TiLancio Enterprise Award – Resoconto Stenografico

TiLancio Enterprise Award

22 Novembre 2024

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Signori, cominciamo. Vi prego di prendere posto. Ci hanno raggiunto tutti i nostri relatori. Prego la regia di far partire una sigla di benvenuto. in modo poi da poter cominciare i nostri lavori. Però chiedo veramente a tutti quanti di accomodarsi per favore, grazie. Diamo un esempio anche di ordine, non solo di concretezza. Facciamo partire la sigla dalla regia, grazie.

Si procede all’ascolto della sigla

Benvenuti. Bentrovati qui, all’interporto, per questa interessantissima mattinata di dibattito sullo stato dell’arte dell’economia campana, sulle eccellenze produttive della nostra Regione e su questa iniziativa, appunto, l’economia dei territori tra nuove sfide ed opportunità. Di che cosa si tratta? Si tratta di una iniziativa organizzata da un gruppo di giornalisti, autorevoli, comunicatori, esperti di comunicazione. Perché dico questa cosa? Non solo perché ovviamente è necessario per presentare l’iniziativa, ma perché è un leitmotiv di questa mattinata proprio il voler raccontare, quindi con l’occhio della comunicazione, quello che è lo storytelling adeguato, opportuno della nostra Regione.  Si parla spesso, non solo nell’economia ma in tanti altri settori, di quella che debba essere la narrazione esatta, opportuna, del nostro Mezzogiorno. Molti di noi sono convinti che è importante raccontare gli esempi positivi, perché gli esempi positivi fanno da modello, fanno da spunto di imitazione e quindi in tanti campi, non solo nell’economia ma anche in altri di triste, diciamo, attualità, è importante mostrare quello che di buono e che di bello c’è nella nostra Regione. Se noi poi riconosciamo i problemi da affrontare, discutiamo le strade per affrontare i problemi e risolverli, siamo anche poi credibili quando diciamo che ci sono delle cose belle che fanno da esempio. Quindi quella può essere, probabilmente, la narrazione esatta. Questo credo che sia diciamo il concept intorno al quale è nata questa iniziativa, con l’autorevole panel che andrò adesso a presentarvi, per la discussione degli aspetti principali della nostra economia e poi per un momento di premio, il TiLancio Enterprise Award, giunto alla prima edizione che premia, in vari settori dell’economia, dalla moda all’agroalimentare. dall’innovazione all’industria, al manifatturiero, tanti esempi di chi, devo dire la verità, da imprenditore e da eroe porta avanti ogni giorno, alto nel mondo, il nome della Campania. Faremo tutto questo, un’oretta di discussione e di dibattito e poi il momento dei premi. Ovviamente ringrazio il CIS Interporto che ci ospita e quindi per un saluto chiamo al Tavolo l’amministratore delegato di CIS Interporto, Claudio Ricci. Prego.

(Applausi)

RICCI Claudio – Amministratore delegato CIS Interporto

Buongiorno a tutti. Inizio, mi corre obbligo ringraziare i promotori dell’iniziativa per aver deciso di farla qui. In qualche modo alcune o quasi tutte le cose, voglio dire, c’è stato uno spoiler iniziale dell’amico Gagliardi e quindi vado semplicemente a ringraziare tutti i presenti. Sono particolarmente, tra l’altro, onorato per la presenza del Viceministro, perché trovo molto interessante che sul dibattere sfide e nuove opportunità, ci sia un rappresentante di vertice dell’Istruzione del Ministero degli Esteri. Perché proprio ieri, a un incontro di Ambrosetti, venivano elencate 17 fattori di quella che viene chiamata la “permacrisi” attuale. Di questi, i principali, tra i primi cinque ce n’erano almeno due o tre collegati alla situazione internazionale. Quindi oltre il tema che l’economia dei territori, quindi un tema che per noi è ricorrente, cosa si può fare per il Sud, c’è oggi lo strumento della ZES unica che vede anche tra i partecipanti, appunto, l’amico Giosi Romano, che credo abbia già dimostrato di aver fatto benissimo come Commissario della ZES Campania e sta facendo benissimo, siamo tutti particolarmente ottimisti. Credo che nella consapevolezza della permacrisi c’è un doppio salto mortale da fare nel Mezzogiorno. Ci sono gli esempi positivi, molti e noi ne ospitiamo tanti. Però il contesto è veramente difficile e bisogna avere chiare le scelte, perché anche se uno scenario è negativo ci si può adattare, la cosa più difficile è non sapere a che cosa adattarsi e quindi, in qualche modo, l’indicazione di dove si voglia andare e dove andremo a livello europeo, perché, chiaramente, la dimensione è quella, è fondamentale. Oggi abbiamo ancora l’incertezza della nuova Commissione, c’è stata l’elezione di Trump, saremmo molto interessati ad avere qualche spunto da parte del Ministro su questi scenari. Credo anche molto interessante sarà per noi, in un’altra occasione, se il Ministro vorrà rendersi disponibile, anche un’illustrazione del Piano Mattei che potrebbe essere di grande interesse per alcune delle realtà, non per tutte, ma per alcune delle realtà del nostro territorio può essere una grande opportunità. Quindi chiudo per ringraziare tutti i partecipanti. Molto interessante l’agenda del dibattito. Grazie ancora a tutti e buon lavoro.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie.  Grazie a lei, grazie a Claudio Ricci, amministratore delegato di CIS Interporto. Faccio i complimenti agli organizzatori, saluto per il momento Carmen Fusco, Franco Buononato e tutti gli altri che poi saranno protagonisti, con dettagli e particolari, nella seconda parte, per aver organizzato veramente un panel completo, non solo nella multidisciplinarietà e nelle multicompetenze, perché abbiamo intorno a noi Autorità locali, regionali, nazionali. Abbiamo imprenditori, abbiamo professionisti, quindi sarà possibile veramente discutere, in questa ora, della nostra economia, del nostro sistema produttivo, da tutti i punti di vista. con le richieste, le esigenze, i problemi, le sfide da affrontare e anche poi con le possibili risposte che appunto la politica e l’Amministrazione dei nostri territori, potrà dare. C’è il mondo dell’Università, insomma, tutti quanti, veramente, autorevolmente rappresentati. Saluto anche le tante Autorità che sono presenti nel pubblico.

Vi presento il panel che andremo ad ascoltare, con Felice Rainone che il Presidente del Consiglio dell’Ordine dottori commercialisti ed esperti contabili di Nola. Questa iniziativa è anche inserita nel programma di formazione dell’Ordine. Poi, ancora, Vincenzo Caprio, che è amministratore unico dell’Agenzia di sviluppo dell’area nolana. Gavino Nuzzo, che è direttore generale della Fondazione Campania Welfare. Avremo in collegamento, tra qualche minuto, Giosi Romano, coordinatore della ZES unica del Mezzogiorno. L’Assessore alla semplificazione amministrativa e al turismo, della Regione Campania, Felice Casucci. Il direttore de Il Mattino, Roberto Napoletano, che ci raggiungerà a breve e a lui naturalmente affideremo le conclusioni di questo momento di dibattito. Il nostro Viceministro agli Affari Esteri e cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli.

(Applausi)

Quindi, come vedete, un applauso ci sta, è utile, opportuno e doveroso. Allora, in base a tutti i programmi, ringrazio tutti i relatori, perché riescono a incastrare, nei mille impegni, la giornata la fanno diventare di 25 ore e quindi ringrazio tutti per la disponibilità. Proprio per mantenere una utile sequenza degli interventi, do per primo la parola, e lo ringrazio per essere con noi, all’Assessore al turismo e alla semplificazione amministrativa della Regione Campania, Felice Casucci. Prego, Assessore.

(Applausi)

CASUCCI Felice – Assessore Regionale Semplificazione Amministrativa e Turismo

Vi ringrazio. Ringrazio gli organizzatori, ringrazio gli amici, Paolo Russo. L’Onorevole Paolo Russo ha avuto la cortesia di sollecitarmi, non di invitarmi, ma di sollecitarmi, ricordarmi anche questo impegno. Saluto l’amico, Presidente della Commissione, importante per noi, Peppe Sommese, che sta qui con noi. Lo ringrazio, ha fatto un lavoro straordinario in questi ultimi tempi, lo ringrazio anche del lavoro che fatto per il Consiglio regionale della Campania. Saluto il Ministro, ovviamente, Cirielli, lo saluto e lo ringrazio anche di questo momento di dialogo e di confronto.

Noi, come Regione Campania, soprattutto con l’ultima delibera, recentissima delibera che per l’assegnazione dei Fondi di sviluppo e coesione finalmente abbiamo riavviato tutta la macchina delle attività economiche e delle organizzazioni legate alle attività economiche per una riflessione di queste attività economiche sui territori. Abbiamo, almeno per quel che mi riguarda, riavviato tutta la progettualità inerente gli itinerari turistici, sovracomunali. Abbiamo imposto, sin dalla prima occasione in cui ci siamo insediati, una sovracomunalità, nel senso di avere cinque, poi sei comuni che dovevano allestire degli itinerari turistici tematici. Sono ripartiti e sono ripartite anche grazie alla collaborazione con il Governo nazionale le classificazioni alberghiere ed ex alberghiere e sono ripartiti proprio in questi giorni, il primo gennaio scade il termine delle attività concordate con il Governo nazionale, relative alle attività di riconoscimento del codice identificativo per le strutture ricettive alberghiere, extra alberghiere e di locazione breve. Ci sono state delle difficoltà, noi in Campania siamo in questo momento secondi in Italia, per numero strutture ricettive che hanno acquisito non solo il Codice regionale ma quello nazionale. Grazie al lavoro che ha fatto la Regione Campania, siamo passati da un numero di strutture ricettive molto esiguo, che era pur sulle piattaforme internazionali, era però, tuttavia, non riconosciuto e non sottoposto a una verifica puntuale da parte dell’Amministrazione regionale, anche ai fini del pagamento dell’imposta di soggiorno a livello comunale, siamo passato da 18.000 dell’anno scorso, di strutture ricettive, in questo anno siamo passati da oltre 30 mila strutture ricettive, abbiamo avuto un enorme incremento delle strutture ricettive, che si sono regolarizzate. Questo per noi è una fonte di ricchezza, è una fonte di occasione, di ricchezza, che deve essere in qualche modo considerata. Poi è tutto il profilo inerente la semplificazione amministrativa. Su questo versante abbiamo lavorato, anche qui, con l’Amministrazione nazionale e stiamo portando avanti tutto un lavoro, in qualche modo per quel che riguarda le classificazioni alberghiere ed ex alberghiere che ci indirizza verso un ragionamento, che è un ragionamento fortemente centrato sull’impresa, ma anche sui soggetti economici non imprenditoriali. Pensate che una buona parte della ricettività turistica è fatta da soggetti economici che non sono imprenditori. Vi è una necessità, quindi, che queste risorse siano ben spese, queste risorse che stanno per arrivare sui territori e c’è la necessità che i commercialisti, in particolar modo i professionisti di questo settore, assistano a tutte queste risorse affinché queste risorse, anche quando sono cofinanziate, siano collocate all’interno di un quadro strategico, che sia un quadro strategico adeguatamente rappresentato. A questo proposito mi permetto di ricordare che noi abbiamo cinque atti di programmazione regionali, dal 2021 ad oggi, di cui uno triennale e gli altri annuali, che invito i professionisti del settore, che in qualche modo lavorano anche con le imprese, con i soggetti economici del settore turistico, ad occuparsene, ad approfondirli, che sono del 2021, 2022, 2023, nel 2023 anche il triennale 2023/2025 e del 2024, sono cinque atti di programmazione che si trovano anche sul nostro sito della Regione Campania e possono essere oggetto anche di un momento di riflessione e di approfondimento con l’Ordine. Lo abbiamo fatto su Napoli, lo possiamo tranquillamente fare su Nola. Nola, come tutte le aree interne, è oggetto di una nostra particolare attenzione. Noi, con la legge 13/2024, abbiamo cambiato la governance della struttura turistica della Regione Campania, dell’Agenzia Campania turismo, che aveva una governance molto legata più a profili amministrativi. Adesso abbiamo dato uno slancio indirizzato verso una finalizzazione strettamente comunicativa e promozionale, quindi farà da co-progettatore con le Amministrazioni locali, con il partenariato pubblico/privato creerà, attraverso una Cabina di regia unica, creerà un’attività di sostegno alle Amministrazioni locali, che spesso fanno dei progetti ma hanno difficoltà o a redigerli o, in particolar modo a rendicontarli. Qui ritorna l’importanza dell’Ordine dei dottori commercialisti, anche a questa finalità che per noi è essenziale, perché abbiamo dei tempi molto stretti per la rendicontazione.

Quindi vi chiediamo un supporto, vi chiediamo un aiuto, vi chiediamo una collaborazione. Voi già fate parte di uno dei nostri 20 Tavoli istituzionali di confronto e di ascolto. Confido che questa collaborazione si rafforzi, la mia piena disponibilità a dialogare, ovviamente, con l’Ordine dei commercialisti di Nola, anche per le mie radici vesuviane, da parte di padre, che mi legano molto a questa terra e sono spesso in questa terra, anche per motivi legati al turismo. Non dimentichiamo che in questa terra vi è una delle cose più significative, dal punto di vista della Regione Campania, che sono le basiliche paleocristiane di Cimitile. Quindi io confido… dove si fa anche un bellissimo premio, la Regione Campania partecipa a quel premio, peraltro con una Fondazione specificamente dedicata a quel premio. Sono qui e vi chiedo scusa se poi mi allontano, ma ho la necessità di essere presente, veramente ho fatto un salto mortale per essere qui con voi. Veramente vi ringrazio dell’invito, l’amicizia mi lega a Paolo, mi imponeva di adempiere alla sua sollecitazione, quindi mi fa piacere, ripeto, tornare nella mia terra di origine paterna, quindi stare qui con voi è veramente un’occasione di confronto. Ho visto nascere il CIS di Nola tantissimi anni fa, quando facevo ancora l’avvocato, quindi molti, molti anni fa e ritornarci anche per me è un’emozione, mi riporta alla mente una serie di ricordi. Mi occupavo proprio di commercio internazionale, mi occupavo proprio, come avvocato, mi occupavo di diritto doganale e di commercio internazionale, quindi il CIS di Nola per me è stato uno dei riferimenti fondamentali anche per l’approfondimento di alcuni temi accademici che noi in quel momento analizzavamo. Quindi vi ringrazio tutti, chiedo scusa in particolar modo al Ministro Cirielli se mi allontano e chiedo scusa agli organizzatori. Rimango a disposizione per un Tavolo di approfondimento, come ci siamo detti con Felice, un Tavolo di approfondimento sugli argomenti che vi ho rappresentato molto sinteticamente, in qualche modo, sui nuovi POC che stanno per partire nel 2025, in particolar modo sulla programmazione 2024/2025, perché la programmazione in questo sta erogando e sta per erogare le nuove risorse. Vi ringrazio tutti, buon lavoro.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie all’Assessore Felice Casucci. Nel ringraziare l’Assessore mi piaceva anche sottolineare la delicatezza delle deleghe dell’Assessore, perché non c’è solo l’importanza, evidentemente, economica della filiera turistica, ma c’è anche l’importanza soprattutto dal punto di vista delle richieste delle imprese, della semplificazione amministrativa, no? La palude burocratica di cui parla sempre il Presidente De Luca evidentemente molto spesso è avvertita come il primo problema che le imprese devono fronteggiare e quindi è importante continuare a stare sul tema e cercare di mettere in condizione, a livello chiaramente normativo, europeo, nazionale e regionale, le imprese, di poter competere. Questo è uno sicuramente dei temi importanti che andremo ad affrontare oggi, come uno dei temi importanti, a mio parere, è quello dei Fondi europei, del PNRR, di tutto quello che riguarda in qualche modo l’autonomia, tema di discussione ancora di più in questo periodo. Insomma, sono tutti macro temi che hanno un impatto importante sulla nostra economia e quindi, nelle diverse competenze di ciascuno dei relatori, poi ci sarà l’occasione di approfondirli. Con il Presidente dell’Ordine commercialisti ed esperti contabili di Nola, Felice Rainone, penso che sia proprio importante anche evidenziare il ruolo che possono avere i professionisti, i consulenti, nell’aiuto che possono dare alle imprese, proprio per portare avanti i progetti di sviluppo e quindi con piacere cedo la parola al Presidente Felice Rainone.

(Applausi)

RAINONE Felice – Presidente ODCEC Nola

Buongiorno a tutti. Naturalmente mi unisco ai saluti e ai ringraziamenti di chi mi ha preceduto, in primis al Ministro. Permettetemi di ringraziare anche l’amica Carmen Fusco, che ha voluto fortemente questo evento, naturalmente i saluti non sono solo i miei ma sono soprattutto quelli di tutto il Consiglio dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Nola che mi onoro di presiedere e di tutti i nostri altri organi istituzionali.

Cerco di entrare sul vivo, perché evidentemente il tema è molto ampio, perché quando parliamo di economia dei territori e quelle che sono sfide e opportunità, si potrebbe parlare qui anche per ore. Però cerchiamo di fare un attimo un po’ il punto dal nostro punto di vista come commercialisti. Innanzitutto dico subito che noi abbiamo voluto accogliere questo invito con grande interesse, questo invito a partecipare, a patrocinare anche a inserire nell’ambito del nostro programma di formazione continua questo evento, perché? Perché evidentemente si coniuga perfettamente con quel ciclo di incontri che abbiamo voluto intraprendere con il Consiglio da me presieduto appena abbiamo cominciato, in effetti, il nostro mandato, cioè i commercialisti per il territorio. Quindi noi andiamo praticamente a sentire fortemente l’onere e l’onore di svolgere non soltanto praticamente un’attività di carattere professionale, ma ci rendiamo conto anche dell’impatto e anche del ruolo sociale che dobbiamo e vogliamo avere. Dicevo, rientra nell’ambito, si coniuga perfettamente con il nostro ciclo di incontri, i commercialisti per il territorio, perché pure noi un po’ cerchiamo di farlo così. Mi riferisco al nostro moderatore – no? – cerchiamo di farla nella forma del workshop, nel senso proprio di laboratorio/officina, in cui, in effetti, diverse competenze, esponenti di diverse aree, quindi imprenditoriali, professionali, della finanza, della Pubblica Amministrazione, dell’Università, della Giustizia, si incontrano e cercano di discutere, con un approccio interdisciplinare, multidisciplinare, di quelle che sono le problematiche dei nostri territori.  Naturalmente, quando questo approccio si svolge con anche un parterre particolarmente, vedo oggi, qualificato, noi siamo convinti della bontà di questi strumenti perché senz’altro da questo riusciranno e nasceranno delle proficue sinergie tra quelli che sono i diversi attori coinvolti. Perché poi ritorno su questo, vedremo che questi in realtà credo sia la chiave essenziale per far funzionare quelli che sono praticamente gli strumenti che di volta in volta il legislatore dell’Unione Europea e quello nazionale e quello regionale, ci mettono a disposizione. Torniamo al concetto di sfide ed opportunità. Quando parliamo di sfide i due temi sono tra loro strettamente collegati. Però voglio cogliere proprio il senso, i temi appaiono proprio più propriamente autentici nel senso proprio di formazione. Sono dei percorsi in cui l’uomo tende a formarsi senza mai concluderlo, nel senso che in effetti c’è sempre da imparare però, allo stesso tempo l’uomo riesce a trovare la sua essenza ma non soltanto in quanto uomo ma anche in quanto membro della collettività. Allora questa è la sfida, cioè riuscire ad ottenere, a generare valore nei nostri territori è un concetto nuovo, che è uno slancio culturale, ma dove sostanzialmente il vero concetto di valore è quello che si riesce a generare nel tempo e a vantaggio di tutti, perché non c’è valore, non c’è progresso se non è per tutti. Se siamo convinti di questo, allora capiamo l’importanza di oggi, degli attuali temi di sostenibilità. La sfida quindi è lo sviluppo sostenibile per il territorio dove, se siamo convinti di questi principi, allora dobbiamo essere tutti quanti noi disposti a rinunciare a una parte delle nostre libertà, ma direi meglio, forse, delle nostre arbitrarietà, per perseguire degli obiettivi superiori, che sono quelli della inclusione, sono quelli dell’ambiente, sono quelli della eliminazione delle differenze di ogni tipo e sono quelle della massima tutela della sicurezza del lavoro e dei diritti anche dei lavoratori. Se noi siamo convinti di questo, ognuno di noi deve fare la propria parte e noi commercialisti, ecco il nostro ruolo, lo facciamo e siamo in prima linea perché, proprio in quanto consulenti delle imprese, noi abbiamo il dovere di guidare e anche indurre quelli che sono tutti quanti gli operatori, ma rivolgendoci anche al legislatore in primis e bisognerebbe in questa maniera qua cercare di indurre quelli che sono gli operatoria queste scelte che tecnicamente e ormai culturalmente sono indifferibili anche quando, alcune volte sono scomode dal punto di vista politico. D’altro canto, parlando di notizie positive, noi abbiamo visto che, siamo stiamo leggendo che da più parti il Sud cresce più del Nord, il Sud cresce al doppio del Nord e questa sicuramente è una notizia positiva. Però va anche fatto un riscontro su questo e cioè che – ahimè – vedo che i consumi continuino a non crescere. Se i consumi non crescono significa evidentemente che un problema c’è e qual è il problema? Nonostante la nostra sia una terra che sia ricca del supporto, diciamo così, dei turisti rispetto ai consumi, eppure non cresce. Allora qual è il ragionamento? Il ragionamento evidentemente è che in Campania il sistema si sta indebolendo perché diminuisce la popolazione, c’è un’involuzione. E perché diminuisce la popolazione? Perché la gente va via, perché non ci sono nuove nascite e allora l’altra sfida è, evidentemente, recuperare altre attività per i nostri territori, perché noi abbiamo un dovere verso le future generazioni, senz’altro, di fargli trovare un territorio salubre e sviluppato ed è anche un dovere pragmatico, perché altrimenti vanno via e di conseguenza il territorio continua a impoverirsi. Però, allo stesso tempo, noi dobbiamo fare, dobbiamo metterci nelle condizioni anche di renderlo tale e questa è la nostra parte di dovere. Invece ai giovani dico di credere, in effetti, nella nostra terra perché da buona madre sono sicuro non li abbandonerà. Questa è la sfida dal punto di vista sviluppo, sviluppo sostenibile e evidentemente recupero dei territori. Dall’altro lato, opportunità.

Guardate, oggi noi viviamo un momento in cui ci piovono addosso, qui parlo da tecnico, una serie di risorse che sono arrivate praticamente dall’Europa e quindi poi ci aggiungiamo, sotto vari profili, tutte quelle della programmazione nazionale anche regionale, eccetera eccetera. In questo momento, evidentemente, noi siamo in una fase in cui veniamo e veniamo fuori da un momento fortemente critico, che magari ancora dura, nel senso che dal punto di vista macro e micro economico e anche geopolitico siamo ancora in una condizione, diciamo così, complicata, però è questa l’opportunità. Ricordiamoci che quando ci stanno e ci sono delle difficoltà è nel cuore delle difficoltà che nascono le opportunità. Quindi noi dobbiamo essere, a questo punto, bravi, accogliere queste importanti opportunità e non è cosa da poco perché ci siamo accorti che il nostro sistema è strutturato con delle carenze, da qui poi il ruolo dei nostri professionisti. Ricordiamoci che però questa situazione, per tornare ai temi quindi dei finanziamenti, nasce come idea dalla esigenza di riparare i danni di quella che era la pandemia. Però, in realtà, se voi guardate i numeri, l’Italia, anche prima della pandemia, era già, in qualche modo, tra virgolette, mi perdonino praticamente i politici, in terapia intensiva Perché se noi verifichiamo dal 1999 al 2019, quindi in un ventennio precedente, sostanzialmente il Paese è cresciuto in tutto del 7,9per cento. Ora, fate i conti che in quello stesso periodo, paesi come Germania, Francia e Spagna sono cresciuti rispettivamente del 30,2 per cento, mi pare del 32 per cento la Francia e di quasi il 43 per cento la Spagna, quindi evidentemente un problema c’è. Però noi siamo anche quel paese, che nel Dopoguerra, dal ‘50 fino al ’73, in quel ventennio ha fatto vedere di saper cogliere tutte le opportunità e quindi di crescere con quella misura. Addirittura il 5 per cento di PIL e circa l’8 per cento di produzioni, in questo ventennio, all’anno. Quindi noi in Italia, quando abbiamo la possibilità e quando ci dobbiamo confrontare con quelle che sono le criticità, abbiamo la possibilità, senz’altro, di dire la nostra. Il problema è che dobbiamo, ognuno di noi, in effetti dare una mano, perché da noi esiste una problematica di fondo, legata proprio alla struttura del nostro Paese, Tanti piccoli Comuni, più degli 8000 comuni, circa 5000 hanno meno di 5000 abitanti e quindi rendetevi conto di come è difficile praticamente gestire queste cose. Ben vengano quindi le Agenzie di sviluppo, e vedo l’amico Vincenzo qua, in effetti le Unioni, perché solo così, cercando di mettere in rete tutti gli operatori, noi riusciamo ad affrontare costruttivamente questa importante sfida e noi commercialisti ci sentiamo di fare la nostra parte. Da un lato il Consiglio dell’Ordine, quale garante della competenza e dell’esperienza e della professionalità dei propri iscritti, dall’altro lato i colleghi che con la loro professionalità, e mi riallaccio anche alle parole dell’Assessore, sono evidentemente in grado di cogliere e quindi proporre e anche sviluppare e se è necessario rendicontare, tutti quelli che sono i programmi di finanziamento e le opportunità che il legislatore è pronto a fare. Questa è la sfida e queste sono le opportunità.

Grazie, buon lavoro.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie al Presidente del Consiglio dell’Ordine dottori commercialisti ed esperti contabili di Nola, Felice Rainone. Il tema dell’incentivo è molto importante, mentre chiedo la regia di predisporre il collegamento con il nostro prossimo ospite, una riflessione, il tema degli incentivi dei Fondi europei è importante, anche perché troppo spesso dimentichiamo che il mancato corretto utilizzo di questi fondi, non è solo un’occasione sprecata, è proprio, in qualche modo, quasi finanziare la concorrenza, perché noi questa cassa comune europea contribuiamo noi per primi a crearla, a metterci dei soldi, che se poi non siamo capaci di spendere quando ci ritornano, moltiplicati, diventa un qualcosa che aiuta chi è al di fuori di noi e non noi stessi. Sarebbe un doppio mancato corretto utilizzo.

Proprio di incentivi parliamo con il nostro prossimo ospite, che è in collegamento video ed è il coordinatore della ZES unica del Mezzogiorno, Giuseppe Romano, Giosi Romano, che abbiamo il pregio di avere come coordinatore, appunto, delle ZES di tutto il Mezzogiorno.

(Applausi)

Ne abbiamo parlato prima, le ZES rappresentano non solo uno strumento di incentivo economico ma anche un disegno evidentemente di politica industriale, di supporto alle imprese e quindi è importante capire come stanno funzionando, anche in questa nuova veste, da entrambi i punti di vista. Prego, dottor Romano.

ROMANO Giuseppe – Coordinatore ZES unica del Mezzogiorno

Buongiorno a loro. Mi permetta di salutare tutti i presenti e i relatori tutti, in particolare un saluto caloroso al Viceministro agli Esteri, l’Onorevole Cirielli e mi scuso per non essere lì di presenza, ma in questo ruolo anche di promozione del nostro territorio, sono oggi impegnato a Brescia, al Congresso internazionale di fiscalità, proprio nel tentativo di fare un’attività di promozione delle nostre aree. Il tema che affrontate oggi, delle nuove sfide e delle opportunità del territorio, ovviamente ha, a mio avviso, un punto cardine nella ZES e nella istituzione della ZEZ unica in particolare.

Come veniva accennato da lei prima, il legislatore ha inteso con l’istituzione della ZES unica, avere un disegno unitario, una Missione di politica industriale prima mancante, unitaria per le otto Regioni allocate all’interno del perimetro della Zona economica speciale. Così il medesimo legislatore si è preoccupato, appunto, di redigere, di approvare in Cabina di Regia, con il  coinvolgimento degli attori istituzionali preposti …(interruzione tecnica)… andando, appunto a valorizzare le peculiarità di ciascun territorio, Quindi finisce quell’effetto, per così dire, divisivo della Zona economica speciale, per affermarsi un principio di unitarietà, un principio che muove dalla necessità di far promanare da ciascuna area delle peculiarità territoriali che siano in grado di implementare gli investimenti. Devo dire che questo principio ha due pilastri fondamentali, che puntato, l’uno sulla semplificazione burocratica e l’altro sugli incentivi di natura di natura fiscale, appunto il credito di imposta che veniva prima richiamato.

L’esperienza di questi primi … (interruzione tecnica) … la Zona economica speciale unica ci induce a credere un’esperienza foriera di grandi risultati e che contribuisce al cambio di narrazione del nostro territorio. I fatti supportano questa necessità di mutare una nuova azione, che non è l’inventarsi dei fatti per promuovere un territorio, ama rappresentare con dovizia di particolare i fatti che stiamo determinando. Mi piace rappresentare che in quest’arco temporale risicato siamo divenuti a rilasciare ben 300 autorizzazioni unica, per altrettanti nuovi investimenti sui nostri territori e lo si è fatto attraverso questo meccanismo di semplificazione, che prima richiamavo, della … (interruzione tecnica) …  quel titolo che la Struttura di Missione ZES, da me coordinata, rilascia per effetto di una istanza che promana dall’imprenditore che sortisce l’immediata indizione di una Conferenza dei Servizi, che ha un arco temporale limitato di 30 o di 45 giorni, in ragione della presenza o meno di una Autorità ambientale, all’esito della quale, appunto, viene rilasciato questo titolo. Questo titolo che addirittura costituisce variante allo strumento urbanistico e quindi consente di superare anche una serie di difficoltà pratiche che vengono generate talvolta dalla presenza di strumenti urbanistici ormai vetusti e non più adeguati all’attuale situazione urbanistica dei territori. Mi piace richiamare l’esperienza di un territorio nel quale vi trovate, quello di Nola, un territorio che mi appartiene particolarmente e nel quale tutte le aree industriali allocate all’interno del perimetro del Consorzio ASI … (interruzione tecnica) … il CIS e il Vulcano Buono sono tutte completamente esaurite e quindi vi è stata una richiesta di imprenditori che volevano venire nelle nostre aree, che è andata al di là delle aspettative. Nel corso del tempo sono state realizzate … (interruzione tecnica) … un progetto di urbanizzazione primaria di grandissima rilevanza, che sta trovando concreta attuazione, che è stato il primo progetto a partire sul Piano nazionale di riresa e resilienza, senza ricorrere ad alcuna richiesta di proroga dei termini per l’avvio dei lavori. Proprio perché il legislatore è attento nella visione di politica industriale, ha inteso supportare i nuovi investimenti che stiamo tentando di attrarre attraverso questo principio di semplificazione, attraverso questo incentivo di carattere diretto nel credito di imposta, ha inteso prevedere che però quegli investimenti fossero supportati da opere di urbanizzazione, capaci … (interruzione tecnica) … non determinare un carico urbanistico gravoso sul territorio che accoglie quegli investimenti.

Lo si è fatto attraverso una prima misura contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che destina alle aree ZES una somma di 630 milioni di euro per la realizzazione di opere infrastrutturali, ma lo ha fatto da ultimo nel 2024, con il decreto coesione, il decreto legge 60, che ha previsto due misure di particolare pregnanza per lo sviluppo delle aree allocate all’interno del perimetro ZES. Una prima che riguarda la realizzazione delle cosiddette comunità energetiche, di recente è stato emanato un decreto ministeriale di concerto tra e il Ministero dell’Ambiente e il Ministero per il Sud, gli Affari Europei e la Coesione, che appunto destina alle aree ZES una prima somma di circa un miliardo di euro, destinato alla realizzazione di opere infrastrutturali energetiche capaci di realizzare all’interno dei territori quella …(interruzione tecnica)… ulteriore misura affidata alla struttura di Missione ZES, appunto che ho l’onore di governare  …(interruzione tecnica)… la realizzazione di opere infrastrutturali per una risorsa cospicua di 1 miliardo 200 milioni per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, teste, appunto, a garantire che quegli investimenti che si vengano ad allocare nelle nostre aree siano supportati dentro strutture capaci di far veicolare i prodotti che promanano nel nostro territorio e soprattutto sicura. A tal proposito vale la pena ricordare che il nostro territorio, quello campano, quello delle aree produttive della Campania, è stato progetto pilota del PON legalità, che ha visto la realizzazione di un impianto di videosorveglianza intelligente che ci permette di monitorare e l’intrusione fisica e delinquenziale all’interno delle aree e altrettanto di monitorare i fenomeni di inquinamento ambientale. Lo fa attraverso un meccanismo di videosorveglianza intelligente, che monitora le tre matrici ambientali … (interruzione tecnica) … e individua gli eventuali fenomeni di inquinamento, andando ad intervenire con immediatezza per porre fine a quel fenomeno e per salvaguardare il territorio. Insomma, si è inteso realizzare un progetto unitario e completo di politica industriale, che per la prima volta viene introdotto nel nostro Paese in maniera così compiuta e che sta generando quelli effetti che vanno oltre le aspettative. I numeri sono quelli che confermano la bontà della scelta, perché i numeri rappresentano come ad oggi la situazione sia una situazione per la quale il numero delle autorizzazioni uniche è già maggiore di quello rilasciato nei quattro anni precedenti dalle otto ZES singolarmente considerate e come l’attrazione degli investimenti all’estero stia sortendo effetti che vanno al di là delle aspettative.

A tal proposito mi piace richiamare il territorio della Campania, l’intervento di Novartis a Torre Annunziata, un intervento che vede una multinazionale ulteriormente investita nel proprio territorio, nel nostro territorio, in ragione, appunto, della possibilità di sfruttare questa semplificazione burocratica che promana dalla norma introdotta. Insomma, ci stiamo appropriando di quello stimolo che da sempre vado ripetendo, di essere umilmente ambiziosi. Quella ambizione che … (interruzione tecnica) … nel passato ha tentato di reperire strumenti non così compiuti come oggi invece sono a disposizione, riesce adesso a determinare risultati, invece, che sono tangibili e concreti per l’intero territorio. È ovvio che quel risultato dell’insediamento di attività produttive, nuove e diverse rispetto a quelle allegate, è un fine, ma l’altro fine è anche di migliorare al massimo le condizioni possibili di sviluppo del proprio asset imprenditoriale a quelle aziende che ci sono. Fatemi fare soltanto un richiamo anche all’agroalimentare che sta trovando grandissimo sviluppo nelle nostre aree, mi riferisco all’Agro Nocerino Sarnese che sta accogliendo quell’opportunità di vedere implementate le attività già insediate, per effetto del meccanismo che prima vi richiamavo, della possibilità dell’autorizzazione unica …(interruzione tecnica)… infatti molto spesso sono allocate in aree che sono connotate per essere a confine tra quelle agricole e quelle proposte e che in mancanza di uno strumento di semplificazione, come l’autorizzazione unica, necessiterebbe prima di una variante al Piano regolatore generale del singolo Ente e quinti tempi assolutamente incompatibili con il generale profitto in capo all’impresa. Lo spirito che anima chi governa la Struttura di Missione della ZES, l’intera struttura di Missione è quello di essere a fianco imprenditori in piena sinergia con gli ordini professionali e con gli attori protagonisti del territorio, per determinare risultati che siano concreti e tangibili non soltanto nell’immediato ma anche nel lungo periodo.

Credo di potermi fermare qui. Vi ringrazio ancora una volta per l’invito ad essere con voi, scusandomi della necessità di doverlo fare da remoto.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie. Grazie a Giosi Romano, coordinatore della ZES unica del Mezzogiorno. Siamo riusciti, con qualche difficoltà, comunque a portare a termine il collegamento. Grazie per essere stato con noi anche dal Nord. Grazie a Giosi Romano. Approfitto anche per salutare l’arrivo del Direttore de Il Mattino, Roberto Napoletano, che ci ha raggiunto in sala.

(Applausi)

Naturalmente gli siamo grati per questo di approfondimento che sta portando avanti dal suo insediamento, alla guida de Il Mattino, proprio con questo cambio di paradigma, cioè con questo approfondimento delle realtà importanti del nostro territorio, che poi, in qualche modo, lo dicevano all’inizio direttore, è un po’ il concept di questa iniziativa, cioè raccontare gli esempi belli che ci sono, raccontare  naturalmente i problemi da affrontare, per fare uno storytelling onesto, adeguato, giusto e opportuno, che però poi dia anche credibilità alle cose belle che ci sono e che devono diventare un modello da approfondire. Proprio su uno degli articoli degli scorsi giorni, dell’amico e collega Nando Santonastaso, sul punto della situazione sul PNRR, vorrei soffermarmi invece con Vincenzo Caprio, che è l’amministratore unico dell’Agenzia di sviluppo dell’area nolana. C’è questo strumento, chiaramente importantissimo, del PNRR che anch’esso ha risentito di tante difficoltà burocratiche, però mette a disposizione una somma veramente incredibile di risorse. Lo dicevamo prima, se uno non spende bene le risorse, non solo spreca un’opportunità ma finanzia la concorrenza, tra virgolette, degli altri Paesi e quindi è una funzione importantissima da portare avanti.

Qual è lo stato dell’arte e quali sono le richieste di voi operatori dell’economia, per cercare di mettere sempre in moto meglio questa macchina del PNRR? Prego.

(Applausi)

CAPRIO Vincenzo – Amministratore unico Agenzia di sviluppo area nolana

Grazie a tutti. Grazie per l’invito. Saluto il Viceministro e tutte le Autorità presenti. Saluto mio ma saluto dell’Agenzia quindi dei soci Città metropolitana e i 18 Comuni della nostra area e saluto voi Sindaci, molti sono presenti qui in sala. Sicuramente una sfida e un’opportunità le risorse che sono arrivate e che stanno arrivando per i nostri comuni e per i nostri territori. Le difficoltà però non sono state poche e non sono poche, anche dovute alla continua evoluzione della normativa, quindi anche in questi giorni si sta lavorando a una nuova modifica, un aggiornamento del Codice degli appalti. Sicuramente le difficoltà sono dovute anche a questo, sono dovute alla carenza di personale all’interno dei Comuni, perché spesso i Comuni non hanno più le risorse sia fisiche ed economiche di una volta e in questo noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo in questi ultimi due anni, come Centrale unica di committenza per provare a far rispettare i tempi del PNRR. Perché il PNRR, cosa importante, secondo me, è una sfida utile perché ci ha anche, in qualche modo, dato l’importanza delle scadenze. Quindi cominciare a rispettare delle scadenze, cosa che prima erano molto più flessibili invece con il PNRR siamo stati costretti tutti a fare le corse per rispettare i tempi. Si faceva cenno a un articolo di ieri, mi sembra di Santonastaso, in cui diceva che la Campania è la prima Regione in termine di procedura di gara e di aggiudicazioni delle gare. Posso confermare questo dato, l’articolo parlava di un 86 per cento, mi sembra, di gare aggiudicate. Mi permetto di dire, noi, come Centrale unica di committenza e per le gare che ci sono state affidate dai nostri Comuni e non soltanto quelli soci, ma anche altri Comuni che si sono affidati a noi, siamo al 96 per cento di aggiudicazione, quindi soltanto pochissime gare di quelle a noi affidate sono in fase di chiusura. Questo però significa aver raggiunto un primo step, uno step importante, ma sicuramente i problemi non sono finiti e, come dicevo, nonostante lo sforzo che si sta facendo anche al livello centrale, di portare dei correttivi al Codice degli appalti, c’è una grossa incognita per quello che succederà adesso dal primo gennaio, perché dal primo gennaio c’è il grosso tema della qualificazione per i lavori dei Comuni delle stazioni appaltanti e di altre problematiche, ma non si sa se dal primo gennaio o se ci sarà una proroga cosa succede, come i Comuni potranno eseguire i lavori, perché c’è il rischio che abbiamo aggiudicato le gare, abbiamo rispettato le prime scadenze, ma poi molti Comuni, non essendo dati della qualificazione, saranno costretti a non firmare i contratti e non avviare i lavori. Quindi, secondo me, questo è un allarme che dobbiamo lanciare anche qui, ma di cui se ne sta discutendo e quindi è oggetto all’attenzione del Governo, quindi del Parlamento, ma mi auguro che quanto prima, ormai siamo a fine anno e quindi si possa avere un chiarimento. Così come dicevo, sicuramente il PNRR ha dato l’opportunità ai Comuni di inserire forze nuove, perché anche su quel fronte i Fondi sono stati utilizzati per fare delle assunzioni, per il momento molte assunzioni a tempo determinato ma che hanno sicuramente aiutato le Amministrazioni locali ad adempiere al loro compito. Quindi ci auguriamo che anche questo poi possa trovare una soluzione, perché poi, scaduti tre anni ci troveremo di nuovo con i problemi che c’erano prima. La ZES è un’opportunità, sicuramente un’opportunità, un’opportunità per questo territorio, un’opportunità per la guida affidata all’avvocato Romano, anche in questo, però, spesso i Comuni ad oggi sono ancora un po’ sbandati perché non è ancora chiaro se hanno un ruolo, qual è il loro ruolo, quindi sicuramente anche su questo mi faccio portavoce di quelle che sono le esigenze dei Comuni, chiarire bene se e qual è il ruolo dei Comuni in quello che è tutta l’attività affidata al Commissario della ZES. Non vi rubo altro tempo. Questo è un po’ lo stato dell’arte, quindi sicuramente sfide da raccogliere ne abbiamo. Abbiamo adesso la nuova programmazione dei fondi comunitari, la programmazione dei fondi comunitari da parte della Regione Campania e qui c’è una sfida ancora più importante, perché nella nuova programmazione dei fondi comunitari è stata inserita la città di Nola, il Comune di Nola, come città polo quindi è stato equiparata a quelle che erano le vecchie città superiore ai 50000 abitanti, quindi Nola potrà essere organismo intermedio, gestire dei fondi, ma che devono essere dei Fondi non soltanto per il Comune di Nola ma per l’area nolana, perciò viene definita città polo. Purtroppo questo è il periodo importante in cui bisogna interloquire con la Regione proprio per non sprecare questa occasione. Purtroppo in questo momento c’è un vuoto nell’Amministrazione, c’è il Commissario che mi auguro che prenda a cuore questa problematica, ma anche un invito di lanciarlo, perché chi poi verrà alla guida del Comune di Nola ancora di più di prima dovrà porsi come obiettivo quello di guidare Nola, ma di guidare l’area nolana, anche per non sprecare questa opportunità che è stata data dai Fondi comunitari. Grazie.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie a Vincenzo Caprio, amministratore unico dell’Agenzia di sviluppo dell’area nolana. È il turno ora di Gavino Nuzzo, che è direttore generale della fondazione Campania Welfare, un altro tema evidentemente molto importante e di grande attualità. Anche su questo fronte, Direttore, che cosa si può fare, quali sono i problemi principali da affrontare.

NUZZO Gavino – Direttore Generale Fondazione Campania Welfare

Buongiorno a tutti. Saluto i relatori, il Viceministro Onorevole Cirielli, i colleghi e le Autorità presenti. Oggi siamo chiamati a discutere di una tematica che è all’ordine del giorno, ma è all’ordine del giorno da circa 40 anni, dove vede un po’ le divisioni, la dottrina vede opinioni di pensiero diversi, la politica vedo opinione di pensieri diversi, tanti libri sono stati pubblicati, tanti articoli la stampa ha scritto. Però su un punto secondo me sono tutti d’accordo, quello di analizzare i punti di forza del nostro territorio e i punti di debolezza. I punti di forza quali sono? Sono le eccellenze, cioè il turismo, l’agricoltura, vino, olio, ceramica artigianale, le piccole e medie imprese, quindi sono dei punti di forza. I punti di debolezza, non voglio dire i soliti punti di debolezza che conosciamo, quelli che viviamo giornalmente, anche apprendendoli dalla stampa, ma parlo di quelli che sono i punti di debolezza tecnici. C’è quello delle politiche attive del lavoro che non funzionano, carenze infrastrutturali, tassazione ancora molto alta. Bene sta facendo chiaramente il Governo, a introdurre il cuneo fiscale, perché io dico sempre che di fronte a questi due problemi dobbiamo tracciare due strade. Poi la strada possiamo farla asfaltata, pavimentata, ma bisogna tracciare e quindi fare interventi strutturali affinché le nostre imprese possono operare e agire nel migliore dei modi. Noi è chiaro che paghiamo un gap, essendo noi del Sud, ma una delle tematiche che io sento sempre, sembra che facciamo la competizione con il Nord, questa competizione con il Nord non serve a nulla. Il problema è: noi dobbiamo esportare per far crescere il PIL nei Paesi stranieri. L’altro punto di forza che abbiamo è quello del Mediterraneo, che lascia un attimo un punto interrogativo. Quindi dicevo, ben fa il Governo a introdurre il cuneo fiscale, a percorrere una strada. Ben vengono gli aiuti di Stato, perché non del Sud, purtroppo paghiamo questo prezzo, porto un esempio, per portare una scatola di vino al Nord i costi del trasporto per noi sono molto più alti rispetto a quelli del Trentino-Alto Adige, è inutile nasconderci di questa cosa. Ma questi aiuti di Stato, secondo me, come anche la ZES, bisognerebbe, è un mio pensiero, fare in modo che non siano distribuiti a pioggia ma fare in modo che questi aiuti di Stato vadano a potenziare e a migliorare quei punti di forza che la Regione ha.

L’altro problema è la burocrazia. Oggi presentare una domanda, come vediamo per la ZES, velocissimi, come vediamo per altri… in Regione Campania, rispetto a quello che è l’esigenza espansiva dell’azienda, aspetta un anno e mezzo, due anni, non è colpa della politica ma è colpa della burocrazia, per avere una risposta al riconoscimento di un aiuto di un contributo. Quindi mi sembra strano che si lamenti tanto della burocrazia e poi la stessa Regione Campania, nel dare la risposta agli imprenditori ci impiega un anno e mezzo, due anni. Quindi dobbiamo fare un po’ come il PNRR, quando si danno gli aiuti, tempi certi, scadenze certe ed esecuzione dei provvedimenti. L’altro punto, dove io dico sulle politiche attive, allora perché non funziona? Perché oggi viviamo, lo sento da molti imprenditori anche qua presenti, che il match domanda/offerta non si incrocia. Non c’è chi fa un match domanda/offerta perché abbiamo una società che cambia in maniera veloce, richiesta di personale di alta specializzazione, dove non riusciamo a dare queste risposte alle aziende che oggi non cercano più personale, tra virgolette, generico, ma personale qualificato. E qua entro in campo anche con la formazione professionale, non voglio polemizzare, ma tanti soldi sprecati per il reddito di cittadinanza, per GOL, forse è il caso di farli fare alle imprese che non hanno più i soldini per investire in formazione, per formare il personale e su tanti ragazzi probabilmente riusciamo ad avere ragazzi che li formiamo, li qualifichiamo e gli diamo anche uno sbocco occupazionale.

Solo attraverso tutto questo abbiamo la crescita del paese e quindi automaticamente la crescita sociale, un abbassamento dell’indice della povertà. Poi parliamo del Mediterraneo, sento tanto parlare del Mediterraneo, guardate, tantissimo. L’Unione Europea ha speso miliardi di euro sul Mediterraneo, ma guardiamo un attimo, noi siamo la porta del Mediterraneo, potrebbe essere una grande opportunità ma intanto dividiamo tra il Mediterraneo del Nord e il Mediterraneo del Sud. Il Mediterraneo del Nord, se alziamo la testa, chi incontriamo? Francia e Spagna, i nostri diretti competitor. Guardando giù, che potrebbe essere la nostra opportunità, dove tanti soldi sono stati spesi, che cosa succede? Non c’è democrazia, non c’è stabilità politica, non c’è guerra e quindi nessun imprenditore può puntare su quei territori. Oggi forse solo l’Albania, ma l’Albania è talmente piccola che non è attrattiva per gli imprenditori. Allora noi che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo fare in modo che, bene il Piano Mattei, sperando che riusciamo a portare un po’ di civiltà, tra virgolette, democrazia in questi paesi, perché quella è una grossa opportunità per noi. Oggi le porte del Mediterraneo, è inutile nasconderci, sono le porte che accolgono gli extracomunitari e la droga, quindi un’opportunità economica per noi diventa un danno per l’Italia. Secondo me questi sono punti di riflessione che la politica ma anche i consulenti imprenditori dovrebbero fare riflessione, dove il consulente svolge un ruolo fondamentale, quindi i colleghi svolgono ruolo fondamentale. Perché dico questo? Perché io dico sempre che il consulente aziendale, non voglio dire il commercialista, è il medico dell’azienda, se sbaglia la diagnosi, l’azienda viene espulsa dal mercato. Non si deve limitare a fare il contabile, cioè nel senso le registrazioni, eccetera, ma deve fare il consulente, deve supportare la piccola e media impresa affinché tante opportunità e tanti aiuti, tanti crediti, possa avere l’impresa perché abbasserebbe il costo del lavoro, abbasserebbe i costi di gestione e diventa più competitivo sul mercato. Grazie.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie a Gavino Nuzzo, Direttore generale della fondazione Campania Welfare. Io ricordo che questa nostra mattinata è divisa in due momenti, questo di analisi dello scenario economico della nostra Regione e del Mezzogiorno e poi un secondo momento, il TiLancio Enterprise Award, la prima edizione di questo premio, che appunto darà un riconoscimento alle aziende che si sono distinte per impegno, concretezza, competitività applicazione, diciamo, di sani modelli di sviluppo e aziendali, all’interno di vari settori, un po’ in tutti i comparti della nostra economia regionale.

Prima di affidare le conclusioni di questo primo momento al Viceministro Edmondo Cirielli, abbiamo il piacere e ne approfitterei naturalmente della presenza del Direttore de Il Mattino, Roberto Napoletano.

(Appalusi)

Parlavamo prima di questa importante opera divulgativa e di educazione all’economia, io direi, del cambio di paradigma, cioè questo segnalare, rappresentare, raccontare, divulgare e illustrare i modelli buoni e positivi della nostra economia. Ce ne sono tanti, perché la facciamo da tanti mesi quindi, evidentemente, c’è molto da cui pescare e Roberto Napoletano. che è un maestro di giornalismo non solo a livello locale ma nazionale, è la persona perfetta per dirci veramente in maniera concreta qual è il sentiment degli imprenditori e qual è anche, in qualche modo, una proposta di vision che si può proporre poi a chi ci amministra, quindi a livello nazionale e a livello regionale. Prego, Direttore.

(Applausi)

NAPOLETANO Roberto – Direttore del quotidiano Il Mattino

Grazie. Grazie dell’invito. Mi fa sempre molto piacere venire a Nola, però voglio dirvi alcune cose fondamentali, proprio di base. Credo che il primo problema che ha il Mezzogiorno, in generale la Campania in particolare, è il linguaggio. Il primo problema è il marketing territoriale. Ormai non ce la faccio proprio più, voglio dire nel senso che sono veramente stanco di parlare di eccellenze. Non parliamo di eccellenze. Tra tutti i territori del G7 dei sette grandi Paesi, il territorio che ha avuto la maggiore crescita di export manifatturiero è la Campania. Allora, perché parliamo di eccellenze? Parliamo di un territorio che ha vinto! Abbiamo ascoltato, come se fosse la cosa più normale del mondo, il Commissario unico, perché questo è il programma del Mezzogiorno, le hostess, il rispetto degli orari, l’organizzazione, i microfoni che funzionano. Questo è il problema che è rimasto. Il turismo che deve diventare internazionale. Però il dottor Romano ha detto che sono stato autorizzati 300 nuovi investimenti. Ieri ero con l’Amministratore delegato di credito agricolo, l’altro giorno, e con 16 imprenditori, 10 su 16 mi hanno detto che erano sconvolti. Parliamo di imprenditori da 400 milioni, 1,2 miliardi eccetera, che erano sconvolti, che erano andati a Roma, nella Struttura di Fitto e in trenta giorni avevano avuto le autorizzazioni che in altri tempi avrebbero impiegato 6/7 anni. Io sono veramente, non è che sono allibito, sono proprio arrabbiato. Per me è insopportabile, c’è un rapporto della Banca d’Italia, che è un’istituzione, fino a prova contraria indipendente, che comunica che la Regione che… per aggiudicare le gare, questo Paese ci metteva 6/7 anni e chi aggiudicava le gare, perlomeno si guadagnava uno o due processi. Okay?  Queste gare sono state aggiudicate in meno di due anni. Ma perché vogliamo dire che siamo sempre gli ultimi, quando siamo i primi! Ma forse ci fa piacere, forse fa parte della nostra cultura, forse fa parte della nostra… ma cosa vogliamo più? Abbiamo un aeroporto intercontinentale, “abbiamo bisogno” ma di che cosa? Abbiamo un aeroporto intercontinentale, quattro voli Napoli – New York, Philadelphia, Montreal, Chicago, tutti i giorni, sempre pieno. Arrivi alla stazione a Napoli, c’è il taxi che ti prende uno-uno, uno-uno. Arrivo a Roma, non posso nemmeno ambire all’idea di prendere un taxi, perché devo prenotarmi un Uber, nel senso che sennò sto lì con 20 taxi e 300 persone. Arrivo alla stazione di Milano e tremo. Noi però “chissà se ce la faremo fra tre anni”, “chissà se ce la faremo fra sei”, “Chissà chi ci darà una mano”. Il problema è qui, è nella testa!

(Applausi)

Il problema è nella organizzazione che deve nascere da una testa che cambia. La Novartis non fa beneficenza, non so, io non so se qualcuno se n’è accorto, ma a Shangai fanno un’analisi mondiale e valutano le facoltà. Sento ancora parlare di eccellenze, non di sistema, ci sono delle piccole eccellenze. Se le avessero a Bergamo o a Brescia, volerebbero. Bergamo e Brescia è in crisi, perché la Germania è in crisi e loro sono in crisi e siccome io li ho conosciuti a uno a uno, sono entrato in tutte le aziende, a tutti ho detto “Ma scusate, è possibile un solo produttore?” – “La Germania non si fermerà mai”. Bene, la Volkswagen sta chiudendo, tre impianti!

Cioè io veramente adesso, proprio, perché siccome io mi arrabbio molto, perché tutto quello che sto scrivendo e raccontando sul giornale non ha colore politico e documentazione della realtà, che ovviamente è stata favorita dalle scelte politiche intelligenti.

(Applausi)

In questo bisogna dire che Fitto ha avuto un ruolo importantissimo, ha avuto un ruolo fondamentale, perché noi siamo ritornati a centralizzare. Abbiamo tolto l’intermediazione, cioè nei fondi ricordiamo, non c’è bisogno di agitarsi, tanto non dovete più decidere, hanno già deciso. Cioè il Presidente della Regione, chiunque esso sia non può decidere, perché i Fondi di coesione e sviluppo, la riforma europea l’ha fatta un Ministro italiano, si chiama Fitto, d’accordo con Ursula von der Leyen che, sia pure con gran fatica, viene confermata. Quindi i fondi di coesione e sviluppo, che abbiamo sempre speso dopo, sprecato, per tutte le sagre di paese, tutti i festival, tutto… ma lasciamo perdere tutto quello che c’è, vanno contro il dissesto idrogeologico, va bene? Perché le condotte idriche che collegano Napoli a Capri, sono quelle di pescatore della metà degli anni ’70, metà degli anni ’80, non si è fatto nessun nuovo intervento e un po’ di cattiva manutenzione. Al secondo posto c’è il riciclo dei rifiuti. Poi c’è il risanamento e la riqualificazione ambientale, poi c’è la rigenerazione urbana. Basta, è finita, non vi allargate più, non c’è più bisogno di questo, poi bisognerà fare le gare. Ovviamente il Presidente della Regione ha un ruolo importantissimo, perché deve essere capace di spendere dentro questo fattore di contesto e tenere atto del sistema che è cambiato. Il sistema è totalmente cambiato, l’ho detto, a Shanghai fanno ogni anno un report annuale, dove fanno la classifica mondiale delle Università. Ci sono alcune Università italiane che si classificano per alcune materie in questo ranking mondiale. Bene, il Politecnico di Milano, per dire, è l’undicesimo nell’ingegneria. Il Politecnico di Napoli è il ventiseiesimo. Oppure – che voglio dire – l’Università La Sapienza è l’undicesima nel mondo per la fisica, abbiamo avuto un premio Nobel di recente. Però il primato, c’è una sola Università che è tra le prime tre nel mondo ed è quella delle Scienze Farmaceutiche di Napoli. Scampia! Guardate che è veramente insopportabile, la violenza omissiva del racconto sul Mezzogiorno che è stato fatto, in cui il Mezzogiorno è solo scippi, il primato degli scippi con destrezza non ce l’abbiamo più, perché quello è salito da altre parti. Abbiamo ancora un problema serissimo di emergenza di spaccio minuto e di emergenza di violenza criminale, giovanile, serissima, da non sottovalutare, da aggredire, però cerchiamo almeno di prendere atto. Io sono andato all’Istituto, chiudo perché tanto è inutile, quello che volevo dire, lo dico, l’Istituto Galileo Ferraris a Scampia, sempre Scampia, mi piace parlare di Scampia, perché Scampia sono solo le vele.  Sono andato in televisione a LA7, a un certo punto dice “Ma scusate, ma voi lo sapete che sono 400 persone, quanti sono gli abitanti di Scampia?” – “2000” mi hanno risposto. Sono 45.000! L’Istituto tecnico industriale Galileo Ferraris ha 2098 studenti a Scampia. Ci sono laboratori importantissimi. Io sono entrato, mi veniva il buon umore quando entravo, ho parlato con ragazzi competentissimi, sembravano no ragazzi di un liceo, mi sembrano studenti di un Politecnico. Cioè io che giro abbastanza speso, almeno, prima, giravo di più adesso purtroppo giro meno, ma facevano sempre domande una più interessante dell’altra, tutte domande preparate da loro. Quando sono uscito, il Vicepreside si voleva scusare “Guardi, Direttore, volevo scusarmi che noi purtroppo non l’abbiamo potuta ospitare nell’auditorium dell’istituto, perché è aperto il cantiere del PNRR. Io ovunque vado, inciampo in cantieri aperti del PNRR, ovunque, non ci posso fare niente. Leggo i giornali, sono tutti chiusi. Vado ai convegni e chissà se ce la faremo, chissà se ci faranno le normative, chissà se arriverà la regola nuova. Il marketing, la stessa Banca d’Italia quel giorno ha presentato il rapporto in Campania, ma ha presentato anche il rapporto in Lombardia. La Lombardia sarà messa molto, molto, molto, molto, peggio di come era messa la Campania. Tutto abbiamo bisogno meno che di una contrapposizione tra Campania e Lombardia. Cioè noi abbiamo bisogno che la Lombardia cammini, però se per una volta stiamo andando un po’ meglio, magari diciamolo, perché vorrei spiegare che sono – e chiudo veramente –  non sono cinque giorni o cinque mesi, ma cinque anni che il mezzogiorno italiano scresce più della media nazionale, che crea che crea più occupazione a lungo termine della media nazionale e che ha una crescita delle esportazioni superiore alla mediazione nazionale. Cinque anni non ce la fa, non ce la fa in cinque anni. A questi cinque anni devono arrivare altri cinque, poi altri cinque e poi altri cinque ancora, così con vent’anni arrivi più o meno alla stagione di pescatore, perché abbiamo sulle spalle una storia. Ho intervistato, alcuni giorni fa, il Governatore della Banca Centrale del Portogallo, che è socialista, è stato Ministro dell’economia socialista, ha fatto le riforme socialiste che hanno fatto correre il Portogallo, essendo anche più piccoli noi, oltre a correre, riuscite anche ad abbattere il debito di 18 punti e lui mi ha detto una cosa che non credo che nessuno qua dentro penserà mai che sia vero, ma lui ha tutti i dati, che i giovani che lasciano il Sud italiano e il Portogallo sono infinitamente inferiori al numero dei giovani che lasciano la Danimarca, la Germania, tutti i paesi del Nord Europa. Quando vado, salgo alla Torre Francesco, sono circondato da giovani, glielo chiedo sempre se sono napoletani, se hanno fatto la Bocconi, sono tornati? Stanno qua, sono nel palazzo dove lavoro io, ogni giorno ci ho messo la faccia per far vedere quello che sta succedendo a San Giovanni a Teduccio, dove ci sono startup di innovazione che sono una dietro l’altra. Avete portato le Università. Cos’è stato Caivano? Caivano è una cosa enorme. Caivano non è né di destra né di sinistra, è di tutti! Caivano è il futuro, è un modello che rappresenta il futuro. Però tutto questo modello, che è realtà, morirà se noi continueremo a lamentarci, perché è… io non so, a Rimini, voi pensate che a Rimini ci sia il mare? Io credo che non si possa fare un bagno decente a Rimini, ma è sempre pieno. Il tema nostro è cambiare il modo di porsi e il tema fondamentale è il marketing territoriale, scontrandosi con i nodi della burocrazia che ci sono, ma dentro un pacchetto di semplificazioni che è in atto, che è enorme, che già sta producendo risultati. Credo che da questo punto di vista sia un’occasione irripetibile. Diciamo, l’area di Nola, da questo punto di vista, con l’Interporto, con il CIS, voglio dire, insomma, onestamente, ma perché la Norvartis sarà dato all’Annunziata? Perché la facoltà è la terza nel mondo? Voglio dire, la crescita delle… sono tutte qui, ogni giorno mi chiama uno. È venuto il Direttore generale della BPER, voleva fare un convegno a Napoli, l’abbiamo fatto. È cominciato dicendo “sì, partiamo da questi 100 miliardi di esportazioni” – “Ma li faremo crescere?”. Ha detto “no” – “Guardi – la terza volta non ce l’ho fatto più, 100 miliardi erano prima del Covid”.

Noi abbiamo fatto una crescita del 23/24 per cento delle esportazioni, non so se è chiaro il concetto. Lui parlava sempre di una esportazione – come dire –  in termini contenutistici, i 10 miliardi di cui parlava lui, erano i 10 miliardi del pre Covid, l 23/24 miliardi di esportazione della campagna, sono il frutto di questi cinque anni di crescita e con i 24 miliardi, 23, rispetto ai 10 iniziali, abbiamo superato l’esportazione delle Marche, che è una Regione tradizionalmente manifatturiera. Abbiamo superato l’esportazione del Friuli Venezia Giulia, che è una Regione che ha questa tradizione. Ovviamente nelle Marche, nel Friuli Venezia Giulia, hanno il nostro, hanno le nostre costruzioni, hanno la nostra agricoltura, hanno la struttura che abbiamo noi. Allora tutto questo secondo me… e viene BPER, poi viene il Credito Agricom. Perché viene, secondo voi? Perché c’è una contrazione del tessuto produttivo del Nord, che noi dobbiamo sperare che ritorni a correre, dobbiamo sperare che ritorni ad andare avanti, non che si fermi, però c’è e mentre vedono una vitalità nel Sud. Questa vitalità nasce da due elementi, dal fatto che a un certo punto sono stati chiusi tutti i rubinetti di finanziamento per il Sud. A Roma si è continuato a finanziare, non c’è, tranne il mio editore e poche eccezioni, non c’è più una vera imprenditoria. Al Sud è stato tolto tutto e l’imprenditoria, con i soldi suoi è andata avanti. Quindi io credo che questo è il senso profondo che viene fuori dal post Covid e io credo che questo sistema sia un sistema sul quale oggi si possa realmente investire, partendo da un punto e veramente chiudo. Bisogna che entri nella testa di tutti giacchetti nella testa di tutti che i carri armati di Putin in Ucraina hanno cambiato tutto. Ora, le dichiarazioni di ieri di Putin, se fossero conseguenziali, stiamo parlando del nulla, perché nel momento in cui, l’atomica ce l’hanno tutti, se parte uno, partono tutti, è finito il mondo, non ne parliamo più. Siccome io non credo che ciò avverrà, credo che ci sarà una continua escalation di questi conflitti regionali. Ma cosa è successo? Che tutto l’asse est-ovest nel mondo è entrato in crisi, tutto! L’asse Nord – Sud è stato rilanciato. Il Sud, sia dell’Africa, sono arrivati prima i soldi a usura dei cinesi e poi, diciamo, le armi dei russi. Nel Mediterraneo allargato, prima c’era Israele come democrazia, adesso c’è stato un orrore a cui si è risposto ancora in maniera più pesante. Quindi l’unico Sud non autocratico, regolamentato, inserito in un paese G7, con un grande vantaggio energetico, naturalmente attrattivo, con una procedura di semplificazione, questa è stata una grande intuizione di questo Governo, che ha ricentralizzato e semplificato, è il Mezzogiorno italiano. Quindi noi non siamo più periferia, siamo centro. Non dobbiamo più chiedere aiuto ma dobbiamo dare. Gli altri hanno bisogno di noi, ma per dare ci dobbiamo organizzare. Grazie.

(Applausi)

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie al Direttore Roberto Napoletano. Proprio per continuare il tema del marketing, della comunicazione dello storytelling, credo che il Direttore Napoletano vada ringraziato non solo per quello che ha detto, ma anche per come, abitualmente ed efficacemente. Questo – come dire? – è il secondo atto concreto che possiamo fare e che già facciamo e che continueremo a fare sempre di più. Grazie, Direttore.

Nel dare la parola, per le conclusioni, al Viceministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, naturalmente lo ringrazio per la sua presenza. Il titolo, il tema del nostro dibattito “l’economia dei territori tra nuove sfide ed opportunità” è perfetto per il suo essere campano, per il suo ruolo nazionale e quindi tra tutti i temi di cui abbiamo discusso, autonomia, incentivi, imprese, vision di sviluppo, naturalmente una sintesi e –come dire? – portiamo un po’ a sintesi le cose che hanno detto i nostri amici relatori.

(Applausi)

CIRIELLI Edmondo – Viceministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale

Buongiorno, innanzitutto. Non è facile perché stamattina avete parlato di tutto, quindi essere sintetici non è semplice, ma si finisce, si rischia di essere banali, cercherò comunque. La prima capacità vera di un politico è proprio quella di fare la sintesi. Ringrazio il CIS che ci ospita e gli faccio i complimenti per l’accoglienza ma anche per quello di importante che ha fatto per i suoi associati. Chiaramente emerito il ruolo del Consiglio dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili e mi sembra molto importante la loro presenza, non soltanto di professionalità specifica polivalente – no? – da quella fiscale a quella dinamica, oggi, della capacità di intercettare sempre più mercati capaci di essere degli assistenti continui. Per alcuni aspetti, secondo me, non secondari, quello anche di garantire la legalità e la trasparenza delle imprese private nel loro operato. Quindi svolgono una funzione pubblica molto importante e culturalmente il nostro partito, il nostro Governo crede molto nelle associazioni di categoria, negli ordini professionali, proprio per questo tipo di attività. Il gruppo di comunicatori, anche qui, ringrazio in maniera particolare, perché hanno voluto questa iniziativa. Il Presidente credo che sia Carmen Fusco, che conosco come giornalista, ma è anche bello l’idea che nella loro attività, insomma, ritengono che sia centrale la comunicazione, quel marketing di cui ha parlato il Direttore de Il Mattino, con tanta passione e che apprezzo molto. Ovviamente ringrazio tutti i panellist, per i loro interventi, che ho ascoltato con piacere. Sono stato contento di avere anche uno spaccato di visioni diverse su tanti temi importanti, che sono temi sicuramente che vengono da campani, ma che hanno, come ho detto all’inizio, toccato un po’ tutto. Un ringraziamento particolare lo farò all’Onorevole Paolo Russo, che mi ha invitato e mi ha segnalato questo evento.

(Applausi)

È un amico da oltre trent’anni, insomma, da quando ho iniziato, giovanissimo, a fare il Consigliere regionale. C’era suo cugino in Consiglio regionale e lui è diventato deputato, penso qualche anno prima di me. Siamo stati tanti anni parlamentari insieme, siamo stati anche benissimo nello stesso partito, quando c’è stata quella splendida dell’intuizione, finita poi male, del Popolo della Libertà, qualche anno fa e abbiamo avuto sempre una profonda condivisione di valori, di impegno per il territorio, ma anche di impegno istituzionale. Credo che c’è bisogno sempre di persone come lui e peraltro oggi non fa il Parlamentare, anche per effetto di una legge elettorale che non premia i territori ma premia i nominati.  Ma questo aprirebbe tutto un altro ragionamento che ci porterebbe alla riforma, al meccanismo di rappresentanza, a tante questioni di cui potremmo parlare, ma dimostra che si può fare politica anche senza avere una poltrona, ma seguendo il territorio, portando avanti idee, cercando di puntare su chi produce cose importanti. La cosa principale è lo sviluppo, che significa lavoro, che significa forza economica per un territorio, significa risorse pubbliche per far funzionare le cose che mettiamo in collettivo. Grazie, Paolo.

(Applausi)

Io ovviamente sono un politico di lungo corso, ho iniziato giovane e quindi potrei parlare di molte cose, ma cercherò di dare un range collegato alla mia delega, perché è giusto, sono Viceministro degli Esteri della cooperazione internazionale, ma il Ministero degli Esteri è anche il Ministro del commercio estero, si occupa in prima linea di internazionalizzazione. Da noi dipende l’ICE, la SACE, la Simest, insomma, istituzioni importanti. Qualcuno funziona bene, qualcuno funziona meglio. L’ICE che è sempre stato quello un po’ più critico, abbiamo messo un grande imprenditore, Zoppas, papà Zoppas, mamma Zanussi, quindi abbiamo cercato di dare una nuova mentalità a una struttura che aveva una funzione importante. All’estero la chiamiamo “Italian Trade Agency”, in Italia “Istituto del commercio estero” ma insomma è un Ente importante. Però volevo prima fare alcune valutazioni di altra natura. Mi è interessato molto il ragionamento del PNRR e della ZES, ma lo dico anche per una vulgata, questo mi consentirete di fare una piccola deviazione, non da uomo delle istituzioni ma uomo di parte. Ricordo che prima che noi arrivassimo al Governo, perché avevamo sollevato un tema, non bisogna dimenticarsi che oltre il 70 per cento del PNRR è un debito. Quindi l’idea che si spenda soldi, tanto per spendere soldi, parlo, voi fareste un mutuo, se non per una cosa che serve per far migliorare la vostra azienda e farla essere più competitiva? Una famiglia farebbe un mutuo per andarsi a fare un viaggio all’estero? Magari se lo fa per comprarsi una casa. Quindi avevamo detto, se vinciamo le elezioni rivedremo il PNRR, perché c’è la necessità di verificare che i soldi siano spesi per far aumentare il PIL in maniera strutturale.  Insomma, già abbiamo fatto 2.800 miliardi di euro di debiti. di cui oltre 1.000 anzi oltre 800 nei primi dieci anni dopo il Governo Berlusconi del 2013, che dovevano essere i Governi tecnici che risanavano l’Italia. Farne, in due tre anni finali, altri 200 senza rimettere in moto il PIL per dare la possibilità di pagare, come avviene, no? Uno fa un debito, investe, poi guadagna, si ripaga il debito e guadagna ancora di più, quindi l’obiettivo era quello. Ovviamente è come un reato di lesa maestà. Non voleva fare il PNRR, chiaramente si era detto che se noi avessimo vinto non avremmo speso questi soldi, saremmo andati… è un disastro. Siamo la Nazione che spende di più, meglio, siamo riusciti a rendere efficiente, oggi le cose vanno benissimo su questo aspetto e mi fa piacere, insomma, tutti i profeti di sventura la pensavano alla stessa maniera.

Un anno e mezzo fa, quando Fitto ha detto che voleva fare la ZES unica, ci fu una rivoluzione, purtroppo anche accompagnata da molti stakeholder privati, guarda caso soprattutto in Puglia e in Campania, dove ci sono due Presidenti di Regione di un certo colore politico, che esercitano anche il potere in maniera molto assertiva, ecco, passatemi questo termine, visto che io sono un diplomatico, diplomatico. Guarda caso sono molti esponenti di mondi che dovrebbero essere apolitici, sembrava che succedeva un disastro, che il Sud sarebbe stato distrutto, che il Sud sarebbe finito chissà dove. Insomma, abbiamo fatto la ZES unica, oggi tutti applaudono. Il primo che è stato entusiasta è stato De Luca, forse perché abbiamo scelto uno che è anche amico suo, fino a quel momento avremmo compiuto chissà quale misfatto, magari anche accusandoci di voler fare clientela nella scelta del nome. Insomma, è un nostro antico detto “chi lo fa, lo sospetta degli altri” ma oggi, devo dire, anche io ritengo che sia una persona valida, non è stato scelto per le sue appartenenze politiche, il Ministro Fitto lo ha scelto perché lo ha visto in opera nell’anno in mezzo in cui è stato Ministro, lo ha avuto alle dipendenze. Ma al di là delle persone, era l’idea quella che contava, la semplificazione è quello che serve all’Italia. Lo sappiamo, lo diciamo sempre, però alcuni lo fanno, altri invece lo dicono solo, se ne riempiono la bocca, più che altro per scaricare le proprie responsabilità e buttarle sulle spalle di chi non si sa.

Ma veniamo al ragionamento della politica estera e del ruolo del Ministero degli Esteri, ma anche di un Governo rispetto alla politica estera.

La Meloni sta girando in tutto il mondo e quando non gira lei, devo dire, gira il Ministro Tajani, giro io. Il Presidente della Repubblica fa un grande lavoro diplomatico, ho la fortuna di lavorare con lui, di prestare servizio con lui, come uomo del Governo, perché il Presidente della Repubblica non arrende un ruolo governativo e la politica estera è funzione del Governo, quando si muove ha bisogno di un uomo di Governo. Io sono quello assegnato, devo dire, a una grande esperienza anche umana. Ma, al netto di tutto, stiamo facendo un grande lavoro e magari molti hanno, ci si è anche detto “Ma che vanno a fare questi? La Meloni perde tempo, va a destra, a sinistra”. La prima valutazione che faccio, l’Italia è il paese al mondo che ha la percentuale più alta del suo PIL, che dipende dall’esportazione. Quindi la politica estera significa fare politica economica interna. Se uno non lo capisce o non lo conferma o è in malafede –  e probabilmente ce ne sono molti – o è un cretino che non ha capito nulla. L’altro aspetto e noi, proprio perché siamo una Nazione che vive sul commercio estero, abbiamo bisogno di vivere in un mondo di pace. Qua noi abbiamo due guerre terribili, quello della Guerra in Ucraina, la guerra in Medio Oriente, tra l’altro non sono suscettibili di allargarsi a guerre regionali o magari a guerra mondiale. Su questo io credo che ci sia un’esagerazione a volte anche strumentale, sicuramente creano un clima di sfiducia e quello che è più grave, che sta accadendo, un clima nuovamente di blocchi, il blocco dei paesi democratici e il blocco dei paesi totalitari o autocratici. È una cosa molto pericolosa, perché? Perché quando si crea uno scontro ideologico, senza il sostrato delle due vecchie superpotenze, gli Stati Uniti e l’URSS, che comunque avevano una classe dirigente anche importante, che sapeva sminare le crisi, è chiaro che c’è una preoccupazione, che è una versione ideologica esasperata e l’esasperazione non è solo colpa del blocco delle dittature, perché il tema, insomma, a volte serpeggia anche tra quello che diciamo noi. È chiaro che noi siamo convinti di stare dove stiamo, siamo nella NATO, siamo in Unione Europea, perché siamo delle democrazie, perché crediamo nei diritti umani, crediamo nella legalità internazionale, crediamo nei valori di pace e di giustizia. Quindi non è che noi stiamo dove stiamo per caso, come qualche cretino dice, perché siamo vittime, oppure siamo succubi degli americani, siamo servi sciocchi nell’epoca delle fake news e dei media che vengono usati. Insomma, si dicono tante sciocchezze.  Noi siamo in un mondo che abbiamo scelto in tanti anni e vediamo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, dove molti paesi occidentali erano delle dittature, quindi è una scelta di campo. Uno può dire “Ma gli americani non sono perfetti”. Certo, gli americani non sono perfetti, come non siamo perfetti neanche noi. Credo che qua nessuno può guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri, siamo tutti grandi democrazie, però questo non significa che per questo possiamo trattare con arroganza e superficialità altre nazioni che non hanno la stessa governance nostra. Altre nazioni che non hanno la stessa governance nostra perché hanno una storia diversa o perché hanno una storia giovane e quindi hanno bisogno di tempi diversi. Se noi diamo la democrazia alla Tunisia come da noi, o è l’Egitto, non vince la democrazia, vincono le dittature islamiche, che cancellano poi la democrazia degli altri. Quindi il tema di andare a dire agli altri cosa devono fare è una forma di déjàvu degli occidentali, che ritengono di essere meglio degli altri. Allora, dici “Ma non pensi che noi viviamo la società migliore?”. Io l’ho già detto quello che penso, all’inizio, però io credo che bisogna avere tolleranza e rispetto, peraltro col dialogo, con la comunicazione, con la fermezza anche, come fanno a volte gli americani, si riesce a ottenere di più. Se tu chiudi la porta in faccia a tutti quanti, alla fine si crea uno scontro di civiltà che ci porta molto male e c’è un altro dato, l’Italia non solo è il più grande esportatore del mondo di tutto anzi di cose di qualità, perché le cose di quantità ormai le producono tutti, noi dobbiamo sempre puntare alla qualità, ma l’Italia è un paese, sinceramente pacifista, perché noi veramente ci crediamo e siamo anche, diciamocelo pure, un Paese disarmato. Noi in tanti anni, giustamente, abbiamo investito in scuole, strade, Sanità pubblica, previdenza pubblica, scuole pubbliche e non abbiamo investito in spese militari. Per cui, chiaro, noi abbiamo bisogno di stare in un mondo di pace, perciò uno fa politica estera, quando ci sono le guerre bisogna stringere alleanze.

Poi vengo a una cosa molto bella che mi è venuta in mente di dire, sentendo il Direttore de Il Mattino, rispetto al fatto di quello che si sentono gli italiani o i meridionali, perché poi lo spirito del vittimismo non è solo dei meridionali, è degli italiani. Io vi posso garantire che in qualunque parte del mondo, dall’Asia centrale al Sud America, dal Medio Oriente al Nord America, in Africa, con i Persiani, cioè con gli iraniani, coi cinesi, tutti stravedono per l’Italia e tutti dicono “Come sei fortunato a vivere in Italia“. Tutti dicono “Noi vorremmo vivere nel posto più bello”, non è che lo dicono il cittadino qualunque, lo dicono anche persone qualificate, uomini di Governo che in qualche maniera dovrebbero rappresentare innanzitutto il loro paese e invece si vede che amano l’Italia, amano il nostro modo di essere e, devo dire, amano anche gli italiani. Noi pensiamo, come sempre, di essere molto peggio di quello che in realtà ci percepiscono tutti, non siamo perfetti, abbiamo mille difetti, ma bisogna girare il mondo per rendersi conto di quello che siamo e di quello che potremmo essere, se ci crediamo ancora di più. Perché dico questo? Lo dico perché è molto importante mettere in campo sinergie, come stamane, giornalisti, comunicatori, commercialisti, imprenditori, persone come me, che devono fare appunto la sintesi, uomini di successo e di visione, per parlare di cose che si devono fare. La politica estera da questo punto di vista è molto importante, perché garantisce in un mondo ormai globale, interconnesso, dove i confini sono diventati molto eterei, anzi l’etere, il nuovo dominio e lo spazio e l’informatica, insomma, abbiamo nuovi domini nei quali ci dobbiamo cimentare. Vi posso garantire che l’Italia e lo dico insomma anche in un luogo, cioè la Campania, che ha anche delle eccellenze, noi abbiamo uno dei distretti aerospaziali più importanti del mondo. Meglio dire, ma uno non si rende conto? Io lo so, perché sono campano, ho fatto anche il Presidente della Commissione Difesa, ma quando vado in giro nel mondo, perché ho la delega anche alla diplomazia spaziale, che è una delega molto legata al commercio spaziale, chiaramente, perché è una grande opportunità economica, tutti dicono “ma noi sappiamo che c’è un grandissimo Distretto nella sua Regione, in Campania”, ma molti campani non lo sanno e spesso lo dimenticano anche i politici e stakeholder, che questo esiste.

Siamo bravi su tutto quello che facciamo. L’italiano ha la capacità di fare, di impegnarsi e già oggi vi posso garantire che in Africa le aziende più presenti sono quelle italiane e sono anche quelle più apprezzate e non è vero che l’Africa è un continente povero. A parte che ci sono già tantissimi ricchi e tantissime persone che soprattutto le merci italiane sono in grado di acquistare, ma loro vogliono gli imprenditori italiani. Ecco perché nasce l’idea del Piano Mattei. Dico due cose, perché è un tema centrale, tra l’altro è un’idea molto semplice – no? – come è stato detto, noi, l’Italia e l’Occidente finora ha speso il 95 per cento dei Fondi per l’Africa, per lo sviluppo. Le cose non vanno bene per i soldi che investiamo. Innanzitutto, perché non sono grati all’occidente, mentre invece sono grati all’Italia. Ci considerano in Africa più africani ma per loro è un complimento e devo dire anche per me, perché guardano al discorso dei tratti umani, dei rapporti sociali, familiari, che non occidentali colonizzatori, quando pure noi le abbiamo avuto le colonie, non è che, insomma, da quel punto di vista possiamo dire cose diverse. Eppure ci considerano persone capaci di mediare. Gli altri vengono visti negativamente, perché? Perché sono arroganti, prepotenti, vogliono andare a dire cosa si deve fare, trattano le persone come degli ignoranti che non capiscono nulla dei totalitari. Ricattano o condizionano, non vi dico anche il sistema delle Nazioni Unite, che nella gestione è molto occidentale. Poi, nel potere politico, oramai all’ONU un voto vale 1, è molto più legato alla Cina e alla Russia, come tante risoluzioni dimostrano. Ma, insomma, diciamo, l’aspetto del commercio in Africa e dell’industria è fondamentale, perché? Perché l’Africa ha il 60 per cento delle terre arabili del pianeta, il 60 per cento degli idrocarburi, il 60 per cento del futuro delle energie verdi e rinnovabili, il 60 per cento delle miniere, delle terre rare che servono alle nuove tecnologie e alla transizione digitale. Poi ha una popolazione giovane in grandissima espansione, che potrebbe essere una grande opportunità. Però, d’altro canto, oltre come dicono, opportunities and challenges, cioè è anche una sfida, perché se questo enorme continente collassa, il tema dell’immigrazione clandestina sarebbe l’ultimo dei problemi, perché significa grandi organizzazioni mafiose, dedite al traffico di esseri umani, stupefacenti, armi che condizionano le società, colpi di Stato, nazioni pericolose, terrorismo di varia natura e poi anche penetrazione geopolitica dei nostri avversari sistemici. La Russia che ormai, insomma, ha gettato la maschera ed è un avversario anche per sua scelta militare e la Cina invece che è un avversario economico molto complesso, perché non gioca con le nostre stesse regole, nel senso che nel lavoro ha prezzi di lavoro stracciati, perché c’è il dumping sociale, non rispetta le nostre regole. Ambientale. Io ho visto l’altro giorno, sul satellite, l’inquinamento di tutto il mondo atmosferico, perché sono stato a un Centro di osservazione che abbiamo a Frosinone, dell’Agenzia spaziale europea, che si chiama ESRIN, che è il più avanzato del mondo, anche da questo punto di vista e ho potuto vedere proprio l’inquinamento del pianeta dal satellite. Indubbiamente noi abbiamo la Pianura Padana, la grande area urbana, Roma, Napoli, rosse e vale anche per l’Europa. Ma se vedete la Cina è tutta rossa, cioè è pazzesco l’inquinamento però poi… e devo dirvi, gli Stati Uniti d’America, con mia sorpresa, tranne le grandi aree urbane che ci sono, molto bianco. Però poi chi deve pagare per il cambiamento climatico? L’Occidente e gli Stati Uniti. E chi inquina, che è la Cina essenzialmente e nuove potenze emergenti, deve fare la retorica, lo dico perché noi abbiamo un fondo clima di cui io sono vice Presidente, che ha 4 miliardi di euro, che è una cosa molto utile, però noi, finora, c’era il fondo ma non era mai stato utilizzato. Siamo arrivati noi, da due anni ne abbiamo già speso un miliardo e il 99 per cento è speso per aziende italiane, che fanno domanda o grandi gruppi pubblici che partecipano, tipo ENI. Quindi i soldi del fondo clima, che prima bisognava regalare al Sud globale per essere buoni, oggi li usiamo nel Sud globale, ma facciamo lavorare le aziende italiane, pubbliche e private, che presentano, secondo le regole trasparenti, idee e progettualità buone, che significa non solo PIL, ricchezza aggiuntiva per le nostre aziende, ma significa resilienza, cioè capacità di crescere in investimento, in tecnologia, quindi anche qualcosa che va al di là dell’investimento attuale. È utile, perché poi se il clima cambia per colpa degli altri, ci vai in saccoccia pure a noi, perché il mondo lo abitiamo tutti, quindi non è che è una cosa che non bisogna fare, però bisogna sapere le cose come stanno.

Per cui la politica estera è una cosa importante e noi credo, forse è la cosa che stiamo facendo meglio, per merito soprattutto dei nostri leader stakeholder principali dell’attività politica. Sul Nord Africa, perché se n’è parlato, io credo che noi sottovalutiamo anche il Nord Africa e anche quello che facciamo. Vi posso garantire che in questi due anni abbiamo messo in campo non solo progetti fondamentali. Noi oggi siamo legati con l’Algeria, in Algeria c’è il reddito di cittadinanza, a proposito della povertà, cioè gli algerini che non vogliono lavorare, perché hanno talmente tanto petrolio e gas che non hanno bisogno. Là gli algerini fanno o gli imprenditori o i dipendenti pubblici o i commercianti, perché sono gente che vive nel commercio. Quelli che non vogliono fare niente, stanno a casa e hanno il reddito. Per dire che a volte ne esci… noi per fare il reddito di cittadinanza stavamo facendo fallire l’Italia, perché abbiamo fatto 40 miliardi di euro di debiti nuovi e abbiamo tolto i lavoratori alle nostre aziende e abbiamo distrutto socialmente. Lì pensiamo che sono peggio di noi, ma vi posso garantire che non è così, è una nostra percezione della realtà. La Libia, sapete che cosa abbiamo fatto con la Libia? Finora noi facevamo una serie di programmi, spendevamo un mare di soldi e non si capiva nulla. Abbiamo preso un’organizzazione tutta italiana, internazionale, che sta a Bari, che pochi conoscono, fatta da Moro e De Gol, negli anni ’60, che si chiama CIAM, che si occupa di agronomia, di formazione, ma anche di lavori sul campo e li abbiamo coinvolti nel Nord Africa, finanziati dalla cooperazione internazionale. C’è una grande azienda che apparteneva al gruppo Enimont, che adesso è privata, Bonifiche Ferraresi, che è riuscita a creare una serie di relazioni in Africa, insomma, in Libia noi ribonificheremo il deserto e assumeremo gli immigrati illegali, che sono lì perché i libici non vogliono fare gli agricoltori. Loro ci mettono gratis la terra, si prenderanno il 50 per cento della produzione agricola, quindi avranno una sicurezza alimentare. D’altronde il Nord Africa era il granaio dell’Impero Romano e noi avremo la nostra sovranità alimentare e avremmo utilizzato soldi che in teoria andavano regalati, quella della cooperazione internazionale. L’unico Paese che in crisi è la Tunisia, ma Egitto è una grande potenza anche economica, dove stiamo facendo anche questa attività. Il tema dell’Egitto, che hanno una popolazione enorme, quindi il tema di ricreare un’economia capace, gli egiziani sono 100 milioni, i libici arriveranno a neanche 10 milioni di abitanti, comunque sono molto pochi. La Tunisia ha un problema che non ha gas e petrolio e ha una popolazione molto più ampia, in termini territoriali, in termini di risorse, quindi l’unico Paese a rischio è Tunisia. Ma paradossalmente la Tunisia era il paese più ricco, perché più capace di fare commercio, di fare attività, insomma. era poi la vicenda della rivoluzione, le cosiddette “primavere arabe” e l’idea di imporre la democrazia in Tunisia aveva vinto le elezioni un partito islamista, che stava instaurando una dittatura islamica e c’è stato un colpo di Stato che indubbiamente ha messo un’altra dittatura. Ma che è una dittatura laica, che cerca di creare una serie di governance democratiche, c’è la risposta dell’Occidente. Mentre prima, a quelli che appoggiano il terrorismo islamico nessuno gli diceva nulla, a questi li hanno messi nell’angolo, col rischio di farli fallire economicamente. Ma se noi li facciamo fallire, oltre che siamo noi i creditori e quindi non ci pagano, hanno già un’altra porta aperta, che è la Cina e la Russia, oltre al fatto che l’Italia si trova di fronte, quindi il problema lo avrebbe l’Italia. Devo dire che la Meloni ha imposto, con la sua forza politica e con la politica estera, alla von der Leyen di andare in Tunisia, al Fondo monetario internazionale gli americani di rinegoziare e abbiamo salvato la Tunisia. Ma la Tunisia è un altro paese che ha grandi potenzialità economiche e dove c’è una forte voglia di Italia. Quindi io credo che noi sul Nord Africa dobbiamo investire. Uno, perché ci conviene, perché se il Nord Africa esplode, tutto quello di buono ce lo rovesciamo. Due, perché invece è una grande opportunità e il Nord Africa e l’Africa più importante per noi, perché è proprio di fronte a noi, quindi lo sappiamo.

Vado verso la conclusione, perché non sono riuscito a essere sintetico come avrei voluto, dicendo che, credo che l’opportunità dei Fondi di coesione piuttosto che i Fondi europei sono cose importanti innanzitutto perché sono soldi nostri, questo a volte qualcuno dimentica di dirlo. I fondi che ci dà l’Unione Europa, sono Fondi che noi versiamo ogni anno all’Unione Europea. L’Italia è il secondo contributore netto, cioè significa che abbiamo meno di quello che diamo ogni anno all’Unione europea. Questi soldi che ci arrivano per sviluppare aree che nella media europea sono più in difficoltà, sono soldi italiani, quindi dobbiamo sapere spenderli bene, perché quello non è… e, voglio dire, però spenderli. Sappiamo bene che questo è stato uno dei problemi più grandi e vale anche per la coesione, i Fondi di coesione sono fondi che il Governo nazionale mette per la Campania e finora, come ha detto il Direttore de Il Mattino, Napolitano, è un dato di fatto. Se andavamo a vedere prima, con la scusa di finanziare il turismo o l’arte, abbiamo finanziato sagre, spettacoli, locali. Per carità, io ho fatto il Presidente della Provincia, pure avevano una valenza. Quando ho fatto il Presidente della Provincia si spendevano 20 milioni di euro in sagre. Io li ho tolti, perché ho detto secondo me le sagre devono vivere di loro capacità e li ho messi, perché la provincia di Salerno aveva un grande patrimonio culturale immobiliare, abbandonato, quindi ho ristrutturato muse, ho riaperto il museo archeologico, immaginate no? La provincia di Salerno, come altre parti della Campania, che a Paestum poi il sito di Pontecagnano, insomma una grande tradizione archeologica, aveva da 50 anni chiuso un museo archeologico, quindi io ho preferito spendere. Mi ricordo che mi chiamò una signora, dicendo, che faceva una sagra, “Io sono una di destra, ho sempre votato a destra, però col Presidente precedente, che era uno della Margherita, poi del PD, noi avevamo sempre i soldi, quindi voi della destra, proprio voi, non ci pagate”. Ho detto “Guardi, mica erano soldi suoi, del Presidente”. Cerco di usarli per cose che penso… ecco, ma per dire che i soldi che arrivano vanno spesi, ma vanno spesi bene. I fondi di coesione, il Governo per due anni ha fatto un braccio di ferro con De Luca, non per non dare i soldi alla Campania, ma per dire “siccome sono soldi che te li do io, dobbiamo concordare, mi devi dire come li vuoi spendere. Perché se li vuoi spendere per delle cose che io condivido, te li do.  Oppure io ti posso dire progetti”. Per esempio a Paestum, un sito archeologico straordinario, voi vedete c’è una parte delle mura che sono ristrutturate e un’altra da ‘50 a ‘60 anni ferme ed è una vergogna. Immaginate un sito dove ci sono mura greco-romane, cose antiche, abbattuto, in qualunque altra parte del mondo non sarebbe tenuto cos. Mi ero sempre proposto, ecco, noi abbiamo proposto alla Campania, mettiamo 10 milioni di euro per fare questo grande intervento archeologico e doveva poi avere il coraggio di dire no. Ma io penso che se un Ente, il Governo mette dei soldi per la Campania, che sono soldi suoi, è come l’Unione Europea, noi dobbiamo concordare con l’Unione Europea come spendere i fondi. Quindi questi fondi vanno spesi, sono importanti, però anche qui non è che l’imprenditore deve basarsi su questo. L’imprenditore deve pensare, innanzitutto, a fare quello che lui sa fare, che io non saprei fare. Ho sempre fatto il dipendente pubblico, quindi il massimo che potrei fare nella mia vita, non sono neanche i Bot e i CCT ma l’acquisto di una casa. Riconosco però, che chi ha il coraggio di mettere mano ad ASCO, peggio ancora di indebitarsi per fare attività economiche è quello che poi ci paga lo stipendio a tutti noi. C’è bisogno di persone, ovviamente, come noi, in una moderna società complessa ci vogliono i giornalisti, ci vogliono i commercialisti, ci vogliono gli ufficiali dei Carabinieri, io ero ufficiale dei Carabinieri, ci vogliono i politici, insomma. È inutile che facciamo, non è che l’imprenditore può andare avanti da solo, altrimenti non avremmo gli Stati e ci sarebbe una società barbarica, dove non sarebbero gli imprenditori a comandare, ma sarebbero magari truppe militari o mercenari, così come accadeva nel Medioevo, quindi è importante ai servizi pubblici. Però bisogna dare chi ha il coraggio di fare. Ma chi ha il coraggio di fare deve puntare essenzialmente di non avere zavorre dal pubblico e di poter fare la sua attività. Se poi lo Stato interviene, decide di intervenire per dare servizi comuni o, per dire, io ho una strategia, voglio che le industrie italiane vadano in Africa, perché è una grande opportunità per noi stabilizzarla e farla diventare un nostro mercato, farla diventare un luogo anche di manodopera di qualità, costruire un ceto medio in Africa, perché diventerebbe un grande mercato soprattutto per l’Italia, allora uno dice “Io ci metto i soldi e uno coglie l’opportunità, se ritiene che sia conveniente”. Ma non può essere quella la base sana in un’attività imprenditoriale, ma lo sapete benissimo. Per cui grazie veramente per questa bellissima iniziativa.

(Appalusi)

Mi dispiace se vi ho rubato molto tempo, ma il discorso dei panellist e le materie lo meritavano.  Complimenti ancora.

AGLIARDI Enzo – Giornalista

Grazie a lei, Viceministro Cirielli, per il suo intervento. Prima di passare al secondo momento, ringrazio ancora una volta il Direttore Roberto Napoletano, il Presidente Felice Rainone, l’amministratore unico dell’Agenzia di sviluppo area nolana, Vincenzo Caprio, il Direttore generale Gavino Nuzzo, Giosi Romano che abbiamo avuto in collegamento, l’Assessore Casucci che è rientrato. Per premiare, ecco, non singole eccellenze a macchia di leopardo, ma un esempio, tanti esempi del sistema che funziona, giusto Direttore? Così facciamo anche bene a ripetere le cose come stanno, cedo la parola, con piacere, a Nello Fontanella e ringrazio ancora una volta tutti i colleghi giornalisti che hanno organizzato questa iniziativa.

(Applausi)

II PARTE

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie. Grazie a Enzo Agliardi che ha condotto con professionalità e anche con passione, con la verve di sempre, questo importante dibattito sulla economia dei territori, tra nuove sfide ed opportunità. Invito a prendere posto, perché entriamo nella seconda fase di questa straordinaria giornata. Da questo dibattito ovviamente sono venuti fuori spunti di riflessione, sui quali ovviamente poi discutere. Se vi accomodate, per cortesia, se vi accomodate tutti, in modo che diamo il via alla seconda parte che riguarda, appunto, la consegna dei riconoscimenti, il TiLancio Enterprise Award, a personalità imprenditoriali ma anche a chi ha partecipato a questo importante dibattito.  Se vi accomodate, lo so che il piacere di salutare ovviamente tutti, il Viceministro, il Direttore Napoletano. Se prendiamo posto, grazie, così cominciamo questa seconda parte. Nel frattempo abbiamo anche liberato il palco.

Mi corre l’obbligo intanto di ringraziarvi, ringraziare tutti quelli che hanno partecipato, gli autorevoli relatori che, appunto, dicevo prima, ci hanno dato importanti spunti di riflessione. Ringrazio naturalmente i commercialisti, i tanti colleghi presenti, così come ringrazio i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, il Comandante della compagnia dei Carabinieri di Nola, il Capitano Edgar Pica. Allo stesso modo ringrazio per la presenza il primo dirigente della Polizia di Stato, Comandante dirigente del Commissariato di Nola, Giovanna Salerno, con il Commissario Giovanni Grimaldi. Grazie. Grazie a tutti.

(Applausi)

Allora, com’è nato questo premio? È nato dall’idea di alcuni giornalisti, comunicatori, storie e link, per gente che ogni giorno questo territorio e non solo. Facciamo partire il filmato.

Si procede alla visione di un filmato

Qui sul palco con me, sarà mia compagna per questo poco tempo, per la consegna dei premi, Elisabetta Peluso. Dicevo, un numero di colleghi giornalisti, chiamerei la persona che ha avuto l’idea di questo premio e di questo dibattito, Carmen Fusco, qui vicino a me.

(Applausi)

FUSCO Carmen – Giornalista

Buongiorno. Grazie a tutti, grazie davvero. Sono emozionatissima e per questo motivo avevo preso appunti, non servono più. Perché non servono più? Perché il Premio di oggi si può sintetizzare in una frase, che io rubo a Roberto Napoletano.

“Perché vogliamo fare gli ultimi, quando siamo i primi?”.

Buon premio a tutti.

(Appalusi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, Carmen. Con un dono eccezionale, quello della sintesi, del resto abbiamo tutti partecipato con religiosa attenzione e abbiamo ascoltato gli autorevoli relatori. Con me, con Carmen, con Elisabetta, io devo ringraziare anche altri colleghi, Franco Buononato, Francesco Gravetti che non c’è e Pietro Marotta, che ha fatto un lavoro eccezionale, che è lì in regia.

Seconda parte della giornata, la consegna del premio “TiLancio Enterprise Award”, che annunciamo con un filmato.

Si procede alla visione di un filmato

PELUSO Elisabetta

Invitiamo sul palco il Direttore de Il Mattino, Roberto Napoletano.

(Applausi)

Premio giornalismo economico “The news we like”. Roberto Napoletano, Direttore del quotidiano Il Mattino.  Direttore, prima di invitarla ad un ulteriore momento di dialogo e di riflessione insieme, voglio condividere con tutti la motivazione di questo premio. Giornalista di razza, che proprio da Nola, dalla Campania e dal Sud, ha mosso i primi passi verso un percorso di successo, lungo il quale mai ha dimenticato i luoghi di origine ai quali, pur con rigore e senza fare sconti, ha sempre riservato un posto in prima pagina, valorizzando risorse e talenti e indicando la rotta per un futuro di crescita e di sviluppo.

(Applausi)

Direttore, allora lei è partito proprio da Nola, scalando le vette del giornalismo. Oggi è alla guida de Il Mattino, il quotidiano più importante del Sud e ha essenzialmente cambiato il paradigma della narrazione, del meridione, del Sud e di Napoli, pur però raccontando sempre fatti con un rigore certosino. Mi vorrei riallacciare al suo intervento di prima, di poco fa e anche all’editoriale di domenica 17 novembre, in cui lei ha raccontato di questa visita a Scampia, definendola e cito “popolosa periferia di Napoli, conosciuta ingiustamente nel mondo solo per il buco nero delle vele, con il suo carico ignobile di spaccio e di morte”. Allora io le chiedo, Direttore, di cosa è fatta per lei l’altra Napoli, l’altro Sud, l’altro Meridione, tutto da raccontare. Poi questa seconda domanda suonerà un po’ autoreferenziale ma dovevo cogliere l’occasione: quale sarebbe il suo consiglio per un’aspirante giornalista e per portare avanti questo straordinario mestiere del cronista, con la responsabilità e la serietà che si deve in primis ai lettori?

NAPOLETANO Roberto – Direttore del quotidiano Il Mattino

Intanto grazie di tutto, perché sono sommerso da… allora, voglio dire due cose. Per quanto riguarda il racconto, vorrei che non ci fosse un equivoco. Dico semplicemente che quello che sto raccontando è già avvenuto, cioè è un tema veramente drammatico. Quando ho raccontato Scampia, a Scampia c’è una stazione metropolitana che prendono tutti, tutti i professori, tutti gli studenti, a tutte le ore. Cioè noi ci siamo immessi in un racconto che era omissivo, quindi non sto dicendo che non esistono un tema ulteriore di sicurezza, che è cambiato totalmente da quando ho lasciato io Napoli, più di trent’anni fa, dove c’erano le famiglie, c’erano le bande, c’erano i territori. Adesso c’è tutta un’altra cosa. Parliamo di spaccio minuto, parliamo di osmosi culturale, che è per certi versi ancora più grave. Io parlo di cattivi maestri, ragazzi e di cattivi maestri della borghesia. Se volete sapere qual è il dato che mi ha sconvolto di più? Ve lo dico subito: raccolta differenziata. I quartieri periferici fanno meglio la raccolta differenziata degli abitanti di Posillipo e di Chiaia. Questo per me dice tantissimo. Tantissimo di dov’è il ventre di Napoli, il male di Napoli! Che è un male culturale. Che è un male di educazione, quindi la cultura della violenza, la cultura della sopraffazione, la cultura dell’assenza delle regole civili, la cultura perché “io, questo è mio figlio”. No, è tuo figlio, ma non è meglio degli altri perché è tuo figlio. Non so se è chiaro il concetto? Questa è la battaglia civile che Il Mattino farà, affiancandolo alla battaglia che è l’operazione verità, perché non devi avere paura di dire che se il Governo fa delle scelte giuste tu lo devi dire. Cioè se si producono dei risultati in termini di occupazione, bisogna almeno non nasconderli. Scusate, la chiudo, io e Marco Fortis, due in Italia, che continuiamo a dire che il rating italiano è ingiustificato. Che noi siamo molto meglio della Francia, abbiamo delle crescite pazzesche. Abbiamo avuto trent’anni di avanzo primario. Io apro i giornali, tutti contrari.

Un giorno, un signore si chiama Mattarella, è il Capo dello Stato di questo Paese, bene, ha fatto un discorso a Cernobbio, in cui ha detto le stesse identiche cose e lo ha ripetuto. Ma la lagna mediatica italiana continua a dire “aumenta di 0,1”, “aumenta di 0,2” quando la crescita zero virgola riguarda gli altri. Noi dal posto Covid ad oggi siamo la prima economia italiana per crescita, tra i grandi paesi, addirittura pro capite i numeri uno del mondo, nonostante i 15 punti di PIL di debito che l’America ha messo nelle tasche degli americani. Perché se tu passavi per l’America, li posavi due o tre mesi e avevi una buca delle lettere, ti mettevano 4.000 dollari, 5.000 dollari, 10.000. Questo è quello che è accaduto. Tant’è vero che l’inflazione è volata. Allora questa è l’operazione verità, che io devo fare, però è un’operazione verità che vince se i cinque anni diventano altri cinque, poi altri cinque e se la gente cambia. Punto.

Per quanto riguarda il giornalismo, mi ricordo i primi due pezzi, il primo era “Un pesce fresco appena scongelato” che era andato coi camion della Surgela a Mergellina e si vedeva che arrivavano questi camion e quindi che svegliavano questo pesce, quindi il titolo era “Pesce fresco”. Il secondo era un giallo di 70 miliardi, riguardava il CIS, che invece è stata una grande scoperta. Così ho iniziato, partendo da Nola, ero giovanissimo. Oggi i ragazzi devono puntare molto sul digitale e soprattutto specializzarsi. Io dico sempre, a ogni ragazzo, l’ho detto a tutti, quando inauguravo i Master del Sole 24 Ore erano più di mille persone, io dicevo sempre “Voi alla mattina quando fate colazione chiedete: ma io cosa voglio fare da grande? Poi, quando andate a pranzo, vi ripetete la domanda: io cosa voglio fare da grande? Se è possibile ditelo pure a cena”. Prima o poi cercate di capire che cosa volete fare da grandi, perché nel momento in cui avete una risposta a questa domanda, avete scoperto i vostri talenti e non vi fermerà più nessuno. Questo è un punto che dovremmo chiedere tutti ai nostri figli, perché loro si parcheggiano mentalmente. Adesso faccio questa laurea, poi faccio questa specializzazione. Ma tu, che cosa vuoi fare? Se vuoi fare il giornalista devi prima chiedertelo con insistenza, perché non è facile, nel senso che non è un percorso semplice, quindi tu non riuscirai ad affrontare questo percorso a ostacoli se non hai dentro di te una carica che hai maturato profondamente. Quindi il consiglio che do è quello di interrogarsi e se la risposta è sul giornalismo, io in terza elementare ho scritto “Cosa vuoi fare da grande?” – “Il giornalista o lo scrittore” quindi avevo avuto questa fortuna e ho camminato sempre. Quando mio padre conosceva questo Mazzoli, che era l’ex Direttore de Il Mattino, mi disse che lui era contrario al titolo di studio, ma almeno la maturità ci voleva e io feci il salto alla maturità, quindi feci tutte le materie, perché volevo fare presto, quindi ho guadagnato tempo. I nostri giovani devono guadagnare tempo, però sul giornalismo devono puntare per ora sulla competenza da vendere sul digitale, che poi ricadrà anche in questa carta nobile, che sopravvivrà a tutto. Però oggi il mercato si apre lì, non si apre altrove. Quindi questo è il consiglio.

Poi vi voglio dire un’ultima cosa, ricordatevi che la paura è individuale, ma tante paure individuali sono contagiose e determinano una paura collettiva. La fiducia è individuale ma tante fiducie individuali sono altrettanto contagiose e determina una fiducia collettiva. Questo è quello di cui ha bisogno il Mezzogiorno. Ancore più donne ci devono stare in questa piazza, più ragazze, più ragazzi, bisogna trasferire questa fiducia. Bisogna capire che il mondo, i grandi investitori globali, hanno scelto il Mezzogiorno italiano, perché lo trovano un punto conveniente dell’attuale congiuntura politica. Quindi quella fiducia collettiva, secondo me ci può fare volare, però bisogna crederci. Grazie.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Roberto Napoletano. Come sempre, un intervento appassionato ma ricco di numeri e dati di fatto. Invito qui sul palco il Viceministro degli Affari Esteri, Edmondo Cirielli, per la consegna del premio “TiLancio Enterprise Award” a Roberto Napolitano.

(Applausi)

Grazie. Andiamo con il secondo premio della giornata, con un video di introduzione.

Si precede alla visione di un video

PELUSO Elisabetta

Premio “Radici del futuro” a Maddalena Santoriello, dirigente della Culla dei Sogni. Benvenuta, Maddalena. Scopriamo la motivazione di questo premio alla dirigente della Culla dei Sogni, per la visione imprenditoriale che l’ha portata a creare un polo formativo dedicato all’infanzia, con requisiti elevati di comfort, innovazione, sicurezza e qualità, nelle attività e nell’insegnamento per la fascia under 6. Occhio attento alla crescita dei bambini e alle esigenze delle famiglie, con coerenza, idee e grande senso di responsabilità entro una realtà giovane e dalle grandi prospettive.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Dottoressa Santoriello, non c’è crescita e non c’è sviluppo senza servizi e senza formazione. Il suo prodotto soddisfa proprio due esigenze, la formazione per gli under 6 e l’opportunità di un servizio di qualità per le mamme lavoratrici.  

SANTORIELLO Maddalena – Culla dei Sogni

Grazie. La nostra scuola offre sicuramente un’educazione di alta qualità, cercando di garantire un percorso di crescita dei propri piccoli e lo sviluppo di quelle che sono le proprie potenzialità. Non vi nascondo la mia emozione oggi, qui, nel ricevere tale premio. Consentitemi di ringraziare tutti coloro i quali mi hanno permesso di essere qui oggi, ai quali sin dal primo momento ho mostrato particolare piacere per tale gratificazione. Per me questo è un motivo di grande orgoglio, dopo anni di lavoro intenso, da parte mia e di tutte le mie collaboratrici, a cui rinnovo un sentito ringraziamento per la dedizione e la professionalità mostrate nel corso di tutti questi anni. Dovete sapere che la Culla dei Sogni è considerata come una grande famiglia, in cui primeggiano i valori dell’educazione, il rispetto delle regole, il confronto, la professionalità e soprattutto l’amore. Senza l’amore, senza la passione, nessuna attività può raggiungere dei veri livelli di eccellenza. Inoltre è giusto dire che tutte le collaboratrici lavorano in maniera molto sinergica, rispettando tutti quelli che sono i criteri ministeriali, favorendo così lo sviluppo di uno strumento ricco, sia dal punto di vista educativo che didattico. Inoltre, come dicevamo, c’è un’ottima collaborazione tra scuola e famiglia, che ci permette di promuovere maggiori competenze, autostima e autonomia. Prima di concludere vi lascio con una piccola riflessione. I servizi educativi per l’infanzia hanno bisogno di grande supporto, di grande attenzione, sono un po’ come la struttura di un edificio, fondamenta forti formano delle strutture forti e non a caso, però, in questa circostanza, parliamo della crescita e del futuro dei nostri figli. Grazie, ancora una volta grazie a tutti.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, dottoressa Santoriello. Chiamo il nostro compagno di avventura, Pietro Marotta, per la consegna del premio.

Grazie. Grazie a voi. Prima di lanciare il filmato del terzo premiato, mi corre l’obbligo di ringraziare i tantissimi Sindaci, qui presenti in Sala, tra l’altro anche i Consiglieri regionali. Ho visto e vedo Felice Di Maio, l’onorevole Di Maio e l’onorevole Giuseppe Sommese. Adesso lanciamo il video del terzo premio.

PELUSO Elisabetta

Vorrei invitarvi un attimo ad un secondo di silenzio. Grazie.

Si procede alla visione di un video

Premio start-up “Innovation and health” a Pediatra H24. Invito a salire sul palco Ciro Ranno e Francesco Noviello.  

FONTANELLA Nello – Giornalista

Ciro Ranno, Francesco Noviello. Grazie, complimenti.

PELUSO Elisabetta

Leggiamo la motivazione di questo premio. Per l’intuizione innovativa e i valori di affidabilità trasmessi nella creazione dei servizi, per la cura e l’attenzione verso i propri utenti, per lo spirito infuso nel miglioramento costante, nel rapporto tra pediatria e famiglia, per la gestione puntuale e professionale delle dinamiche correlate alle esigenze dei più piccoli.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Allora, giovanissimi imprenditori, abbiamo detto innovazione e salute, in questo modo quale gap abbiamo superato?

NOVIELLO Francesco – Pediatra H24

Innanzitutto grazie a tutti e soprattutto avere un riconoscimento così importante ci fa capire che stiamo lavorando bene. Perché fin quando rimane in testa e dici “sì, figo, può funzionare”, però poi nel momento in cui vieni riconosciuto come imprenditore, tra virgolette, perché siamo giovani, è veramente un bel traguardo. Sono qui oggi con il mio collega Ciro, non sono qui presenti altri nostri due soci, che sono appunto due dottori pediatri che ci hanno aiutato a mettere insieme Pediatra H24. Stiamo cercando di risolvere un problema e volevo passare la parola a Ciro, giusto per continuare a dividerci un po’ il dibattito.

RANNO Ciro – Pediatra H24

Noi abbiamo individuato un fenomeno, principalmente, ovvero quella della cybercondria. Non so a quanti di voi è capitato magari di avere n al di testa e di scrivere su Google e scoprire che quasi si stava morendo. Ecco, questo è uno dei problemi principali, che soprattutto per i genitori italiani, quindi famiglie con bambini, magari al primo figlio, 0-3 anni, comporta il 55 per cento di accesso in codice bianco, nelle strutture ospedaliere. Questo, ovviamente, il GAP principale che va a colmare è un Gap logistico e di funzionalità per le strutture sanitarie. Inoltre, un altro gap che abbiamo individuato è proprio la necessità di una risposta immediata, le mamme, i genitori vogliono una risposta immediata dal punto di vista sanitario. Molto spesso in vacanza, sia all’estero, in Italia, in periodo estivi, piuttosto che di notte, dove la maggior parte dei dubbi si sviluppa, perché si è nel letto a pensare, c’è mancanza di risposta, ovviamente. Quindi abbiamo pensato di creare un servizio alternativo che è una APP che fa consulti pediatrici, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, già scaricabile su IOS e Android, quindi su tutti i device. Abbiamo circa 20.000 utenti e riusciamo a gestire 1000 richieste mese. Dato che comunque la richiesta è sempre più alta, abbiamo pensato di far evolvere il nostro prodotto, qui entra in mezzo un terzo punto di innovazione che è implementare l’intelligenza artificiale, una intelligenza artificiale generativa, all’interno della nostra applicazione, per gestire la fase di pre anamnesi, quindi in automatico, tra utente e intelligenza artificiale. Crediamo che l’intelligenza artificiale non debba sostituire la figura umana, anzi è un supporto che noi diamo alle mamme, è un supporto che noi diamo ai pediatri che lavorano con noi, che oggi sono circa dodici, siamo di sicuro in fase di crescita per nuove assunzioni e quindi, insomma, attraverso questo sistema di intelligenza artificiale riusciamo a fornire un servizio migliore ai nostri utenti. Volevo solo rubare un altro secondo, per ringraziare Carmen, per averci dato questo premio. Siamo emozionatissimi a essere premiati fra tutte queste personalità, diciamo è una cosa che non ci capita tutti i giorni.

Speriamo di poter contribuire a TiLancio Enterprise per i prossimi anni, per definire, aiutare ad individuare nuove start-up. Vi ringraziamo tutti. Se avete figli, scaricate Pediatra H24, se non li avete tenetevi aggiornati, perché la scalabilità verso altre specializzazioni, quindi cose che riguardano tutta la famiglia, compresi gli animali, è dietro l’angolo.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Ovviamente, se non ce li hanno, invitiamo a farli. Chiamo qui sul palco il Presidente dell’Ordine dei commercialisti di Nola, il dottor Felice Rainone, per la consegna del premio. Grazie a Ciro Ranno e Francesco Noviello, Pediatra H24.

Andiamo spediti per la consegna del quarto riconoscimento “TiLancio Enterprise Award”.

Si procede alla visione di un video

PELUSO Elisabetta

Premio economia “Cultural model” ad Amedeo Lepore, economista.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, professore. Adesso la nostra Elisabetta ci legge la motivazione.

PELUSO Elisabetta

Scopriamo insieme la motivazione di questo premio ad Amedeo Lepore, professore di Storia dell’economia e uomo del Sud. Con i suoi studi e la sua competenza ha contribuito a formare capitani d’azienda ed imprenditori di successo. Autorevole e significativo il contributo al mondo accademico e alle istituzioni italiane ed europee.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Professore, grazie, complimenti sempre. Quante generazioni di capitali di impresa ha formato e soprattutto cosa ha significato per lei fornire un contributo così importante alle istituzioni, in una fase strategica per il paese e per il Sud, che per quanto se ne dica, pullula di aziende e giovani menti che vogliono investire nei loro sogni sui propri territori.

LEPORE Amedeo – Professore Dipartimento economia Università di Napoli

Grazie innanzitutto alle Autorità, ai vertici dell’Interporto, agli ordini professionali, a tutti gli amici che sono qui presenti e un particolare grazie alla giuria, a Paolo Russo e a Carmen Fusco che mi hanno invitato a essere qui presente, per prestigioso riconoscimento di cui vi ringrazio di cuore. L’attività del professore universitario non sia in contraddizione con un premio riservato soprattutto alle imprese. È un’attività felice, perché consente di fare al tempo stesso formazione di giovani e ricerca, attività che può essere utile, se si connette alle istituzioni e alle imprese e alla società, altrimenti non ha senso. La mia è una scienza sociale, spesso ce ne dimentichiamo e io spero che con il contributo dato in questi anni, invece, abbia fornito una modalità di interpretazione del nostro lavoro che serva sia a fare il nostro mestiere, che è quello che io continuo a fare da molti anni, pur poi ogni tanto dedicandomi alle istituzioni pubbliche e al rapporto con un mondo, come quello delle imprese, che è di fondamentale importanza per il Mezzogiorno. Allora, siccome avete detto tanto di me e ve ne ringrazio, anche troppo. Sono rimasto colpito dalle parole che avete utilizzato, brevemente vi dico che io mi colloco in quella linea che guarda un Mezzogiorno globale, non solamente territoriale e locale, che è in grado di esprimere una parola e un’azione concreta verso il futuro, attraverso proposte e fatti. È quello che dobbiamo fare. In questa attività io ne ho incontrati tanti di giovani e di imprese dei nostri territori, che danno un contributo positivo. Lo ha testimoniato prima il Direttore de Il Mattino, gli interventi della Tavola rotonda, che ho ascoltato interamente, è un contributo di fondamentale importanza. Nel corso di questi anni, credo, se devo guardare a qualche anno fa, di aver dato un contributo dal punto di vista delle istituzioni, a fare in modo che si creasse la ZES di cui abbiamo parlato. È stata una mia intuizione sottoposta al Governo, approvata data dal Governo con un provvedimento al quale ho direttamente contribuito, così come per il fondo di sviluppo e coesione, insieme all’amico Paolo Russo abbiamo creato quegli obiettivi, quel piano strategico che oggi è fortunatamente in attuazione e al tempo stesso realizzato investimenti privati in questa Regione, nel corso di tre anni, di oltre 4 miliardi e mezzo. Questo significa essere in movimento e dare la dimostrazione di un Mezzogiorno propositivo che deve essere il centro delle nostre attività e spero che anche questo riconoscimento lo sia. Per il futuro, mi sto impegnando su temi che sono di fondamentale importanza, non solo il Sud in quanto tale, è stato detto, ma prospettive che già oggi investono direttamente la nostra economia e il nostro sviluppo. La bioeconomia circolare, che è l’evoluzione della Green Economy, rappresenta un terreno concreto in cui il Sud già fa sistema e si propone come traino per tutto il nostro Paese, di un’economia nuova, nella quale stiamo lavorando concretamente. Poi i temi dell’intelligenza artificiale e quelli fondamentali della space economy, della new space economy, che in Campania ha, è stato ricordato, un polo fondamentale per tutte queste attività. Io spero possano contribuire, attraverso un impegno che non è mai venuto meno, non solo a rendere più forte la nostra economia ma a creare quella connessione fondamentale tra chi si occupa di università, L’innovazione che deve essere un prodotto a cui le istituzioni contribuiscono direttamente e le imprese. Se si crea questo meccanismo virtuoso, che già in molte parti del Sud opera, come abbiamo detto in precedenza, ebbene, questo meccanismo virtuoso può rappresentare veramente il futuro di sviluppo, non solo del Sud, ma del nostro Paese. Vi ringrazio veramente di cuore.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, professore Lepore. Chiamo l’amministratore unico dell’Agenzia di sviluppo dei Comuni dell’area nolana, Vincenzo Caprio, per la consegna del premio al professore Amedeo Lepore.

Il video che parte ci introduce al quinto premiato.

Si procede alla visione di un video

PELUSO Elisabetta

Premio creatività “Fashinable Succes” va ad Alessandro Legora, stilista. Vi invito a raggiungerci sul palco. Scopriamo la motivazione di questo riconoscimento.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Leggiamo la motivazione e poi vediamo perché è così elegante Carne. Abbiamo qui un must del made in Italy. In meno di un decennio, con il suo brand ha conquistato il mercato nazionale ed internazionale, tenendo però i piedi ben saldi nella sua terra d’origine, che non ha mai abbandonato. Da giovane, ma già affermato stilista, con l’occhio puntato sulla qualità, sull’innovazione e sulla grande attenzione per i dettagli, ossequio alla tradizione italiana continua a convincere con uno stile inimitabile la donna in carriera, la modaiola e tutte coloro che amano distinguersi per eleganza, raffinatezza e brio e, neanche a farlo apposta.

Pensavo che il diavolo vestisse Prada, invece no!

FUSCO Carmen Giornalista

Ma io sono un angelo e vesto Legora.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Va bene, allora, Alessandro, giovane, lo abbiamo già detto, imprenditore ma con tanta strada già alle spalle. Le passerelle nazionali, le griffe di tanti vip, che però non si lascia incantare dalle sirene delle capitali della moda e preferisce restare con i piedi ben saldi a terra, nella sua terra d’origine.

LEGORA Alessandro – Stilista

Innanzitutto buongiorno a tutti. Buongiorno alle istituzioni oggi presenti. Buongiorno a Carmen, a voi, a tutta l’organizzazione della manifestazione “TiLascio Enterprise World”.  Beh, sì, innanzitutto vorrei dire che sono veramente orgoglioso di questo premio, ma la cosa che mi inorgoglisce di più è leggere la motivazione. Fondamentalmente, come tutti noi lavoratori passionali, ci sono stati in questi undici anni, che poi è qualcosina in più, perché dal 2011, quindi sono all’incirca 13/14 anni di attività, momenti sicuramente belli, momenti positivi, momenti ricchi di soddisfazione ma anche dei momenti dove lo sconforto attendeva dietro l’angolo, perché poi sta nella nel gioco della vita. Quando c’erano quei momenti, io che cosa facevo, che cosa faccio tuttora? Ho una costante nel mio cuore e nella mia testa, quello, appunto, di affermare un prodotto e di affermare quello che all’epoca era un progetto, che poi è diventata un’azienda, anche se ha uno storico di 13 anni, abbiamo detto. Un’azienda campana, un prodotto campano che nonostante il gradimento ormai, devo dirlo, non con presunzione perché assolutamente io sono una persona molto umile, che tiene i piedi ben saldi a terra, ma abbiamo avuto riconoscimenti e gradimenti a livello nazionale e non solo, perché abbiamo scritto importanti partnership con gruppi importanti, come Harvey Nichols, in  Medio Oriente, Lafayette e tanti altri, continua a lavorare a Napoli, nel proprio territorio, nella propria Regione, alla quale io sono grato, perché mi ha dato tanto, sotto l’aspetto umano, sotto l’aspetto professionale e rappresenta, ha rappresentato e rappresenta ancora un trampolino sicuramente di lancio per nuovi territori. Lavoriamo ancora, ormai da sempre, nel nostro (incomprensibile) di Mariglianella, nella zona industriale, dove nell’ultimo anno abbiamo avuto una trasformazione, devo dire, eccellente, perché abbiamo dato sicuramente via a dei lavori importanti di ristrutturazione e di ampliamento. Oggi noi occupiamo una struttura di circa 5000 metri quadri interni, dove da lì parte il tutto, cioè da lì parte la creatività, da lì parte il processo produttivo e da lì partono gli input di commercializzazione sia italiani che esteri.

Devo dire che gli anni passano e quello che mi inorgoglisce è che vedo ancora oggi i nostri collaboratori, mi emoziono qui, scusatemi, che sui loro volti hanno un fare sempre propositivo nei confronti dei miei nuovi progetti. Perché comunque nasce tutto da questa testa e diciamo è bello confrontarsi, ma è bello anche vedere la propositività nei confronti dei propri collaboratori. Io veramente sono fiero, lieto di rappresentare e di far parte di un indotto e di una industria importante come quella del Made in Italy e lasciatemi dire del Made in Sud, del Made in Naples, perché ha tanto da dire, ha tanto da esprimere, ha una tradizione veramente lunga, la tradizione sartoriale e non. Quindi ricevo questo premio con tanto orgoglio, ma non è tanto il premio rivolto all’individuo, perché per me questo premio rappresenta l’impegno che tutti quanti noi, attraverso le nostre aziende e le proprie realtà, mandiamo avanti un credo nella nostra Regione.

Veramente grazie e con orgoglio ricevo questo premio che dedico all’azienda tutta.

(Appalusi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, Alessandro Legora. Chiamo qui sul palco il Presidente del CIS, il dottor Andrea Miranda, per la consegna del “TiLancio Enterprise World”. Prego, Presidente.

MIRANDA Andrea – Presidente CIS

In qualità di Presidente do il premio. Ma in qualità di imprenditore della moda devo fare i complimenti ad Alessandro che anni fa sentivo nascere il suo nome e oggi è diventato un imprenditore di successo, anzi uno stilista di successo. Faccio i miei complimenti perché annoverare un uomo coraggioso tra i campani, tra i napoletani è qualcosa che anche noi ci fa più forti e più coraggiosi. Complimenti, vai avanti!

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, Presidente Miranda.

Adesso andiamo veloci, il sesto filmato ci introduce a un sesto premio che mi tocca molto da vicino.

Si procede alla visione di un filmato

PELUSO Elisabetta

Premio legalità “Life and rights” a Giovanni Allucci, amministratore delegato del consorzio Agrorinasce. Motiviamo, allora, questo premio, per l’impegno nell’affermazione della legalità e a tutela dello sviluppo sano e non contaminato da interessi criminali, concretamente indicato grazie alla riconversione e all’utilizzo di beni confiscati alla camorra e dalla costante attività di sensibilizzazione per la tutela della legalità. Da oltre 25 anni semina speranza nei deserti della sopraffazione della vita e dei diritti. Grazie. Grazie, per tutto il suo lavoro.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Una delle mie più belle esperienze formative il master sui beni confiscati con Giovanni Allucci, a Casal di Principe, che Cafiero Dei Raho e tanti altri magistrati da oltre 25 anni al lavoro per riportare la legalità nelle terre martoriate dalla criminalità e per ridare nuova vita ai beni confiscati alla camorra. Quanto lavoro c’è ancora da fare in questo campo?

ALLUCCI Giovanni – Consorzio Agrorinasce

Innanzitutto grazie agli organizzatori. Un grazie particolare a Paolo Russo. Ci conosciamo da un po’ di anni, pure all’Onorevole Di Maio, però devo dire, Tranello, Franco e altri che ho conosciuto, veramente un grazie di cuore, anche perché Agrorinasce è una realtà pubblica, attualmente la realtà pubblica più importante d’Italia nella valorizzazione dei beni confiscati alla camorra e devo dire anche, scusatemi se ripeto sempre questo intercalare, ripetendo quello che ho sentito negli interventi, meno criminalità c’è in Campania più cresciamo. Meno criminalità c’è, soprattutto organizzata, noi più riusciamo a crescere, Agrorinasce non fa altro che creare le condizioni per valorizzare i beni confiscati che sono vandalizzati, abusivi. Immaginate tutto quello che potete immaginare, quando si tratta di un bene di questa natura, ma noi creiamo le condizioni affinché possano essere utilizzati. Trasformiamo un qualcosa di brutto in un suolo architettonico, ma anche di provenienza, in qualcosa di bello, perché lo utilizziamo per fini sociali, pubblici, per tutti i fini socio-sanitari, da 148 già siamo a 160. Il lavoro è tanto, non solo nell’area del casertano, ma stiamo iniziando a Torre Annunziata. Gestiamo il bene confiscato alla Camorra più gande d’Italia, che è a Santa Maria la Fossa, che trasforma in un parco agroalimentare dei prodotti tipici della Regione Campania. Stiamo già spendendo 15 milioni di euro. Attualmente amministriamo qualcosa come 40 milioni di finanziamenti sui beni confiscati. Dobbiamo fare nove inaugurazioni, stiamo organizzando. Abbiamo 14 cantieri aperti e stiamo facendo altri nuovi progetti, perché i beni confiscati non finiscono mai, aumentano e non diminuiscono e noi abbiamo intenzione di recuperarli tutti. Faccio l’ultima chiosa, che riguarda Torre Annunziata, dovete pensare che era un Comune commissariato, c’è stata un’iniziativa istituzionale importante. C’è un Commissario che demolirà Palazzo Fienga, che è un simbolo per quel territorio molto negativo e noi ci stiamo prendendo tutti i beni confiscati attorno, perché bisogna cambiare Torre Annunziata, così come abbiamo fatto cambiare, abbiamo contribuito a cambiare Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna, Santa Maria la Fossa e quant’altro.

Il nostro ruolo continuerà negli anni, perché noi ci teniamo moltissimo che la Campania sia la Regione più importante in questo ambito e che la Regione Campania sia sempre più bella e attiva, anche da un punto sociale pubblico e non dimentichiamo che noi siamo ideatori dell’economia civile, quantomeno e su questo dobbiamo essere ancora maestri. Grazie.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, Giovanni Allucci. Chiamo uno dei decani del giornalismo de Il Mattino, Franco Buononato, per la consegna del premio a Giovanni Allucci, amministratore delegato del consorzio Agrorinasce. Grazie Giovanni, grazie Franco.

BUONONATO Franco – Giornalista

Tra il dibattito, le cose dette, c’è poco altro da aggiungere. Dico che quello che fa da 26 anni Giovanni Allucci, con Agrorinasce, agisce sulla testa. Ecco, come diceva il direttore Napoletano, agisce sulla testa. Non era semplice per nessuno andare in quei luoghi, Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano e andare alla Balzana soprattutto, a dire “qua non si fa più quello che una volta si faceva. Qua si cambia registro e si va avanti”.

Voglio solo ricordare l’ultimo evento, perché poi il giornalismo, molti ne abbiamo parlato, tutti quanti e poi diciamo tutti che è alla base della democrazia. Questo è vero e Giovanni lo fa concretamente, nel senso che proprio qualche mese fa abbiamo chiuso il master dei giovani giornalisti, adesso dicono investigativi, non ho capito per quale motivo, ma per me giornalista è solo giornalista, chi fa il proprio dovere. Lo abbiamo chiuso con, faceva riferimento a Torre Annunziata, l’abbiamo chiuso con Armando D’Alterio, il Procuratore che poi ha svelato il caso Siani e anche con il generale Pasquale Angelosanto dei ROS, che ci ha raccontato la storia criminale e come adesso, lo possiamo dire con certezza, si è disarticolata. Grazie, Giovanni.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie. Ricordava Angelosanto, un grandissimo successo nel 1992, in questi territori.

Settimo filmato per il settimo premio.

Si procede alla visione di un filmato

PELUSO Elisabetta

Premio sostenibilità, solidarietà e sviluppo “Development sustainability and solidarity” a Nunzio Colella, Presidente e fondatore di Capri Group.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Chiamiamo però, con il papà, anche il figlio, Salvatore Colella.

PELUSO Elisabetta

Eccoli qui, entrambi sul palco, per ricevere questo riconoscimento che va alla crescita esponenziale del gruppo Capri, marchio ombrello di brand affermati nel mondo, come Alcott e Gutteridge. Hanno sempre lavorato senza perdere di vista valori come la tutela dell’ambiente, l’innovazione e la solidarietà. Denominatori comuni di un progetto imprenditoriale ed esempio di dedizione, serietà, caparbietà e straordinario intuito.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Allora, abbiamo sentito, nella premiazione, partiti negli anni ‘60 fino ad oggi, una crescita costante, aziendale, occupazione soprattutto, successo, senza mai tralasciare però la tutela dell’ambiente, la sostenibilità e la solidarietà e se oggi dovesse dare un consiglio a un giovane che abbia voglia di investire qui, che cosa direbbe?

COLELLA Nunzio – Gruppo Capri

Lo dimostra il fatto che siamo radicati. Innanzitutto volevo ringraziare tutti dell’invito e dell’opportunità che ci state dando. Non pensavo di meritare tanto, però, alla fine, mi fa piacere. Grazie.

(Applausi)

La dimostrazione è che noi siamo fortemente radicati sul territorio, orami da una trentina di anni. Stiamo continuando ad investire ed investiremo, come già avete sottolineato, una logistica di circa 50000 metri, spero il prima possibile. Siamo in attesa di… i progetti sono già avanzati, stiamo in attesa di ricevere le ultime, che lui sa, le ultime conferme.

COLELLA Salvatore – Gruppo Capri

Per quanto riguarda la sostenibilità, da circa dieci anni abbiamo iniziato un progetto sia su tutti i nostri capi, sia di controllo della filiera e sia di associarci ad alcune associazioni, di come DSV o Usa Cotton o altre, per la tracciabilità della filiera. Quindi è un tema per noi molto sensibile e anche abbastanza oggi superato. Già facciamo il primo bilancio di sostenibilità quest’anno, per le aziende di abbigliamento. Invece per quanto riguarda il lato immobiliare, stiamo facendo un progetto importantissimo, turistico, a Napoli e stiamo ristrutturando un palazzo del 1500, con il protocollo Leed. Diciamo il brand Leed racchiude la sostenibilità a 360 gradi. Nonché i progetti per il nuovo polo logistico saranno, anche quelli sono stati fatti e verrà costruito sempre con il protocollo Leed. Quindi la sostenibilità è intesa a 360 gradi, sia sui prodotti, sia sul benessere dei nostri collaboratori, su come viene gestita l’azienda. È un progetto completo.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie. Grazie a Nunzio e Salvatore Colella. Invito qui il dottore Nuzzo, che è il Direttore generale della Fondazione Campania Welfare, per consegnare il premio a Nunzio, con il figliolo, Salvatore Colella. Prego. Grazie, grazie a voi.

(Applausi)

L’ottavo premio, quindi parte l’ottavo filmato.

Si procede alla visione di un filmato

PELUSO Elisabetta

Il premio imprenditoria “Across the Horizon” va a Franco Manna, fondatore di Rossopomodoro.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Questo premio non verrà assegnato oggi, il perché ce lo spiega l’Onorevole Paolo Russo.

RUSSO Paolo – Onorevole

Intanto Franco Manna è un grande ambasciatore della napoletanità nel mondo e son felice e lieto che avete ritenuto di offrire a lui questo premio. Franco, purtroppo, ha avuto recentissimo lutto in famiglia, troveremo, chiedo alla dottoressa Fusco, a Carmen, il modo e la forma, nelle prossime settimane, di consegnare questo prestigioso premio e i complimenti.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, onorevole Russo. Riprendiamo adesso con chi ha supportato, chi e quanti hanno supportato questa straordinaria iniziativa. Elisabetta, prego.

PELUSO Elisabetta

Questo secondo momento della prima, si spera, di una lunga serie edizione del “TiLancio Enterprise Award” non può che iniziare o meglio continuare con un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno sostenuto e supportato questo evento e questo progetto dall’inizio. Quindi apriamo questo momento di ringraziamento nei confronti degli sponsor, che ci hanno reso possibile di essere qui ogg.

Il primo sponsor che vogliamo ringraziare è Roberto Manganiello, top private banker di Banca Generali Private, che invitiamo qui con noi sul palco.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Rieccoci, dottore Manganiello, ne avevamo parlato prima, nel 2023 si è registrato una riduzione del numero di sportelli bancari, attivi su questo territorio, che da 20 mila, 21 mila circa, diciamo, sono arrivati a fine 2022, circa 20 mila, 825 sportelli in meno. Il 3 e il 9 per cento. Banca Generali Private inaugura qui, tra qualche settimana, una filiale. Un segnale positivo di controtendenza che dobbiamo però leggerlo come?

MANGANIELLO Roberto – Banca Generali

Sicuramente è un segnale positivo. La nostra banca comunque già opera sul territorio da una ventina d’anni. L’apertura della filiale è il coronamento di un percorso dove le persone, professionisti imprenditori del territorio, ci hanno dato già una grande fiducia, ma sicuramente è una parte dell’investimento. Come diceva il Direttore Napoletano prima, il nostro territorio è un territorio che cresce anche quando gli altri crescono meno. Abbiamo questa distinzione anche nella nostra azienda, che è un’azienda di Trieste, con le Direzioni a Milano, ma in realtà siamo sempre stati capaci di dare una spinta maggiore su questo territorio, grazie alla fiducia che ci è stata accordata e la banca in questo momento ha fatto con noi, ha premiato gli sforzi e la fiducia precedente e in più ha anche investito. Credono molto nel nostro progetto, qui su Nola, abbiamo 46 filiali in tutta Italia e Nola non è di dimensioni come altre città, però nei nostri progetti con la focalizzazione che abbiamo al territorio, alla sicurezza, alla gestione e alla sicurezza nel considerare il patrimonio dei nostri clienti, fondamentale, siamo riusciti a creare diversi connubi, sia in ambito corporate, dove assistiamo ad aziende anche nella quotazione in borsa. Abbiamo creato una nostra Banca in Svizzera, Banca Generali in Svizzera in virtù di una licenza di libera prestazione di servizio, consente al cittadino residente italiano, cittadino, azienda o fiduciaria, di investire all’estero, in Svizzera, utilizzando i vantaggi sia dell’Italia che della Svizzera, mettendo insieme il massimo della sicurezza e della trasparenza. Dando dei vantaggi sotto tutti i punti, anche al nostro cliente. Quindi crediamo molto in Nola, in questo territorio, nella Campania e in quelli che possono essere gli sviluppi positivi. Speriamo di poter affiancare ancora, nei prossimi anni, questa stupenda manifestazione, che ha visto scorrere oltre alla Tavola, Tavola rotonda di questa mattina, tantissime persone importanti, con idee assolutamente valide.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, dottore.

PELUSO Elisabetta

Grazie. Ringraziamo il dottor Manganiello per le sue splendide parole e il dottor Buononato consegna la targa.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, dottore, allora chiamo qui sul palco i rappresentanti di Capri Group. Arriva Salvatore Colella.

PELUSO Elisabetta

Lei ora è qui non solo come premiato ma anche come sponsor. Ora in qualità di sponsor, avremo una domanda per voi, che è frutto anche della curiosità, in realtà di molti, vista la curva in costante crescita, che dal 1988, come abbiamo accennato prima, va sempre più verso l’alto e quindi c’è questo business diversificato che parte dall’abbigliamento, con i marchi che abbiamo già nominato, Alcott, Gutteridge, ma anche investimenti in altri settori. I programmi futuri, quali pensate che possano essere?

COLELLA Salvatore – Gruppo Capri

È una bella domanda, perché le cose da fare sono tante, quindi, al momento siamo concentrati sui progetti che abbiamo in corso. Sicuramente lo sviluppo continua, quello retail, che diciamo è uno sviluppo naturale, uno sviluppo organico. Però quello che ci tenevo a dire, tutta la giornata si è parlato del territorio e papà, perché è mio padre, ma in qualità di imprenditore lui è un esempio di chi ha amato e chi ha creduto nel suo territorio, dall’origine. Perché i primi i primi negozi, il suo primo negozio con la famiglia è stato nel centro storico di Napoli e poi ha continuato a investire nella sua città, con negozi in zone diverse della città. Poi ha avuto un’espansione in Italia, poi è tornato a Napoli con il turistico e con altri investimenti. Lui è un amante del territorio, ci ha sempre creduto e come diceva il Direttore de Il Mattino, anzi contrariamente a quello che diceva il Direttore de Il Mattino, lui ha sempre fatto un ottimo marketing della sua città, ci ha sempre creduto, non solo della società ma della Campania, ci ha sempre creduto e a dimostrazione che oggi Napoli e il territorio sta cambiando, anche il marketing verso l’esterno. Ricordo quando abbiamo fatto, quando papà ha comprato Palazzo Sirignano, sulla Riviera di Chiaia, abbiamo iniziato ad intervistare i primi gruppi alberghieri, COR, Marriott ed era il 2018-19, subito prima del Covid, un anno prima del Covid.  Napoli era considerata non all’altezza dei grandi brand internazionali. Papà disse “a me non interessa, farò il più bel albergo di Napoli sicuramente o dell’Italia”. Abbiamo iniziato i progetti, abbiamo iniziato i cantieri e poi siamo riusciti, siamo stati super corteggiati poi da tutti, dopo il Covid, perché Napoli per loro era cambiata per noi non era cambiato niente, era sempre la stessa cosa e quindi anche su questo ha avuto ragione, ha avuto una grandissima visione e infatti abbiamo firmato un accordo importante con un gruppo di lusso più importante d’Europa, per l’albergo di Palazzo Sirignano. Quindi ci tenevo a dirlo.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie Salvatore e Nunzio Colella. Carmen Fusco consegna il riconoscimento e confermo che il Palazzo Sirignano è uno dei più belli, con una straordinaria vista sul golfo di Napoli. Proseguiamo, Elisabetta.

PELUSO Elisabetta

Adesso chiamiamo sul palco Guido Bifulco, il nostro terzo sponsor di oggi, patron di Ghè Kalè Resort a San Paolo Bel Sito, Hotel Santa Brigida e le Stanze del Viceré a Napoli.

FONTANELLA Nello- Giornalista

Guido Bifulco, eccomi qua. Allora, investimenti a Napoli, nell’hinterland, l’industria turistica ed il settore dell’accoglienza sono ai massimi storici in questo momento. Come spiega questo boom e su cosa occorre ora investire, vale a dire qualità o quantità?

BIFULCO Guido

Intanto buongiorno a tutti. Ringrazio voi, ringrazio Carmen Fusco, Paolo Russo che in questo momento non vedo. Cominciamo dal ‘9,8 con il primo 4 stelle del centro storico di Napoli, l’Hotel Caravaggio e poi da lì credevamo tanto nella città di Napoli e abbiamo fatto tant’altro. Abbiamo aperto tante altre strutture in tutta Napoli, quindi da Via Duomo a via Santa Brigida, al Museo Nazionale. Poi, essendo noi del territorio, dell’agro nolano, abbiamo detto “perché non puntare anche in casa nostra?”. E abbiamo fatto un Resort a San Paolo Bel Sito, dove sono nato, lì, con un ristorante. Crediamo tanto nella Campania, nelle sue bellezze, anche perché l’agro nolano è il centro della Campania, secondo me. Siamo a mezz’ora dagli scavi di Pompei, a mezz’ora dalle costiere, sia sorrentina che amalfitana, quindi ancora una volta nel turismo. Facciamo un turismo di qualità, non di massa, a un certo livello. Siamo, nel nostro piccolo, forte nel settore dell’hotellerie   e andiamo avanti così e non ci fermiamo mai. Complimenti a queste iniziative, perché sono veramente belle, belle belle.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Complimenti a Guido Bifulco per la qualità dei servizi che offre. Chiamo Franco Buononato per la consegna del riconoscimento.

BUONONATO Franco – Giornalista

Ogni tanto parliamo di ambasciatori, ma loro gli ambasciatori li fanno sul serio, quando accolgono i turisti, accolgono il turismo enogastronomico, offrendo ospitalità di altissimo livello, prodotti genuini della nostra terra e il loro sorriso senza confini.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie Guido.

PELUSO Elisabetta

Adesso è il momento di Andrea Tavolario o Carmen Tavolario, amministratore di Tavolario Packaging. Grazie. Benvenuta Carmen, grazie per essere qui. Adesso una domanda per te. La vostra è un’azienda del territorio con clientela nazionale che nonostante la crescita però non ha mai dimenticato le sue radici e che si distingue, l’abbiamo visto di recente, anche con iniziative sociali, ad esempio con il recentissimo Maggio del kit per tutti gli studenti, per tutti i ragazzi della vostra Cimitile e quindi, dato che tu sei giovane come me, pensi, a livello imprenditoriale soprattutto, che sia importante continuare ad investire su di noi giovani, anche magari lontano da quelle che sono le dicerie che a volte ci etichettano come buoni a nulla? Tu che ne pensi?

TAVOLARIO Carmen – Tavolario Packaging

Buongiorno. Faccio parte della seconda generazione dell’azienda nella quale sono cresciuta, dove ho avuto modo di ammirare il lavoro di mio padre Andrea. Io e mio fratello siamo nati e cresciuti in questo territorio e non abbiamo intenzione di abbandonarlo, proprio perché crediamo che questi gesti possano in qualche modo aiutare la nostra comunità, perché ci sentiamo un forte senso di appartenenza a questo territorio. È proprio da noi che deve iniziare, da questi gesti che deve iniziare una riqualifica per il nostro territorio, per non fare andare i giovani via.

(Applausi)

PELUSO Elisabetta

Grazie, sono perfettamente d’accordo.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Grazie, Carmen. Pietro Marotta consegna il riconoscimento, il “TiLancio Enterprise Award” a Carmen Tavolario, in rappresentanza dell’azienda Tavolario. Grazie.

Siamo alla fine.

PELUSO Elisabetta

Siamo arrivati alla fine, Nello, siamo sopravvissuti.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Devi fare qualche ringraziamento speciale?

PELUSO Elisabetta

C’è un ringraziamento speciale che ci sentiamo di fare, soprattutto perché è quello che ci ha concesso di essere qui, oggi, materialmente, fisicamente.

Ecco, il ringraziamento speciale va all’Interporto campano, quindi nel cuore dell’economia del Sud, che è qualcosa di evocativo, soprattutto per tutto quello di cui abbiamo parlato oggi.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Facciamo scorrere il filmato.

Si procede alla visione di un filmato

Invito qui sul palco l’Amministratore delegato, il dottor Claudio Ricci. Allora, dottore Ricci, qui non ci sono domande, prego.

RICCI Claudio – Amministratore delegato CIS

Ringrazio di aver scelto questa location per il premio, mi auguro lo sia anche negli anni futuri e grazie ancora a tutti.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Carmen Fusco consegna all’amministratore delegato Ricci questo riconoscimento.

FUSCO Carmen – Giornalista

Io però, mentre ci fanno la foto, una cosa la devo dire. L’amministratore Ricci lo abbiamo ringraziato, lo ringrazieremo, non abbiamo parole, però consentitemi di sottolineare l’impegno e il sostegno, proprio pratico, che abbiamo avuto da due persone straordinarie, Daniele Trosino e Daniela Campana. Grazie.

(Applausi)

FONTANELLA Nello – Giornalista

Inviterei anche Daniele e Daniela, il nostro Franco, Pietro, facciamo una foto.

FUSCO Carmen – Giornalista

A questo punto, anche con chi ha resistito fino alla fine, secondo me la foto la meritata. Quindi prego tutti quelli che stanno qua, di avvicinarsi.

FONTANELLA Nello – Giornalista

Ai quali vanno i ringraziamenti sinceri da parte nostra. Inviterei anche il Capitano Pica per una foto.

FUSCO Carmen – Giornalista

Questa foto la chiameremo “I sopravvissuti”.

FONTANELLA Nello – Giornalista

L’appuntamento è sicuramente per l’anno prossimo Grazie.