Il tempo non è denaro
La fisica quantistica sta accrescendo sempre più copiosamente i significati del tempo mentre noi, guitti mistificatori benpensanti seguitiamo imperterriti a scandirlo con orologi e segnatempo vari. La fisica amplia, dunque le “versioni” del tempo attribuendogli prospettive e declinazioni piuttosto policrome sulla base di recenti scoperte e nuovi sviluppi scientifici. Il valore del tempo che la Natura assegna alla vita di una farfalla “effimera”, un giorno, non e’ meno significativo di quello che la Natura stessa attribuisce ad uno dei cipressi secolari che popolano la stupenda Riserva Naturale di Fontegreca, a ridosso del massiccio del Matese, in provincia di Caserta.
Il concetto di tempo
Tutto cio’ e’ possibile in quanto coesistono tanti concetti e tipologie di tempo, tutte degne di nota e approfondimento. Se da una parte, infatti, e’ vero che e’ la velocità della luce a definire il tempo che essa impiega a raggiungere l’ occhio umano, e’ altrettanto vero che il giro compiuto dalla Terra intorno al suo asse (un giorno) e quello che il nostro pianeta effettua girando intorno al Sole (un anno) caratterizzino ulteriori accezioni riferibili al medesimo tempo. E’, dunque, la singola circostanza vissuta od oggettivamente creata a spiegare il proprio tempo di attuazione, non certamente le lancette di un meccanismo di alta orologeria. Convenzione vuole, però, che il tempo venga sottratto alla incantevole magia dell’ universo, come sottolineava anche San Tommaso, per essere relegato al denaro. Lo sapevano bene gli abili operatori del credito di origine ebraica che, nel Medioevo dovettero sottostare a vincolanti diktat di regolamentazione dei tassi di interesse da praticare, imposti a precisi scopi preventivi dall’ imperatore del Sacro Romano Impero Federico di Svevia (fondatore della prima università statale della storia, quella di Napoli) nelle celeberrime Costituzioni Melfitane. Il tempo, più dell’ oro, ha sempre costituito la “riserva di valore” più autentica e duratura di tutte le forme di denaro (in economia monetaria M0, M1, M2, M3: rispettivamente circolante, depositi, titoli e pronti contro termine). E’ stato scritto che anche Adolf Hitler avesse chiesto alle maggiori banche europee alcune dilazioni su debiti e interessi maturati in capo alla Germania del primo dopoguerra dilaniata dall’iperinflazione senza ottenere un bel niente a causa della mera “decorrenza dei termini”. A volte i confini tra provocazione e intransigenza non sono facili da distinguere perché esse non sono affatto figlie del tempo, notoriamente definito “galantuomo”. In definitiva e’ verosimile immaginare che il tempo sia stato elevato a giudice assoluto e incondizionato della sorte dell’uomo per volontà e tornaconto di pochi eletti con buona pace della tanto acclamata democrazia.
Giudice assoluto
Ancora oggi la sorte di intere nazioni e il benessere dei popoli che le abitano e’ intimamente unita alla capacità dei loro governi di gestire, diluire e ripagare nel tempo gli interessi passivi maturati sul loro debito pubblico. E’ dal tempo che dipende la percezione della redditività del capitale presente in un determinato paese e, allo stesso modo, la capacità di un lavoratore di estinguere i debiti contratti per acquistare case e beni di consumo. Se poi il lavoro non dovesse bastare a massimizzare gli utili di un’ impresa in un determinato momento, allora il tempo diventa un motivo in più per obbligare i lavoratori ad aumentare la propria produttività, a parità di remunerazione: che male c’è se, dopotutto, questo e’ diventato il mantra del mercato del lavoro italiano? La fantasia ipertrofica dell’ uomo ha dunque ristretto il perimetro del tempo e delle articolate dimensioni che lo compongono. L’ umanità ha deliberatamente scelto di adattare il tempo ai suoi intenti più bassi e meschini come si farebbe con degli stracci logori rimediati dalla spazzatura per ricoprire alla meglio vergogne e nudità imbarazzanti. In tal caso il tempo diviene un occhiuto stratagemma “per sottrarre la lana al mercato” e la sicurezza conferita dalla “solida pietra squadrata e liscia” alla dimora dell’uomo: e’ questo il concetto di Usura profeticamente forgiato dal sommo poeta Ezra Pound. Siamo forse vittime consapevoli e rassegnate di un clamoroso ed ipnotico oltraggio che recide crudelmente le “stringhe” che collegano tra loro gli “infiniti mondi” preconizzati dall’immenso nolano Giordano Bruno, peraltro confermati dal Premio Nobel 2020 per la fisica Roger Penrose. Se l’ uomo avesse reale consapevolezza del suo tempo lo attribuirebbe a fenomeni di maggiore portata come il ritmo sincrono e coerente di centinaia di migliaia di galassie che si muovono all’unisono e le variazioni sistematiche delle attività solari che influenzano il clima. E invece l’uomo, in consapevole e grottesca asinita’ si illude di impadronirsi del suo tempo attraverso l’impiego di volgari unguenti e miracolose incisioni. Del resto, e’ più facile “stringere” il tempo come un poderoso cappio intorno al collo della vittima di turno che “allargarlo” per mostrarne i potenziali più ameni.