La Liguria una lezione per Meloni e Schlein

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Non ci voleva molto a prevedere che in Liguria prevalesse il centro destra, più difficile era immaginare che il risultato potesse rappresentare in sedicesimo la dinamica politica nazionale. E invece così è stato!
Il Pd continua ad inanellare successi cannibalizzando i suoi alleati, in particolare il M5s ormai ridotto a cifre da prefisso telefonico che, sommati al lusinghiero risultato di Avs (conferma il dato delle elezioni europee), rendono quella coalizione stabilmente solida e di sinistra senza alcun appeal verso gli elettori moderati, sostanzialmente incapace di vincere in elezioni a turno unico.
Anche plasticamente leader come Schlein, Fratoianni, Bonelli e Conte diventano respingenti per ogni riformista o liberale che sia.
A nulla è valsa l’impalpabile presenza di Azione che si è limitata ad intercettare meno di due elettori su cento, meno del Partito Repubblicano di La Malfa, meno del Partito Liberale di Malagodi (per quanto irriguardoso sia il paragone!): l’Istituto Cattaneo ha certificato che due terzi degli elettori di Renzi e Calenda alle europee ha votato Bucci. (Bene hanno fatto Carfagna e Gelmini a lasciare Calenda quando aveva deciso di appoggiare Orlando).
Elettori in fuga da Calenda? Può darsi, più probabilmente il candidato Bucci moderato, liberale, affidabile e buon amministratore ha avuto la meglio, nella considerazione di benpensanti e ragionevoli, su Andrea Orlando leader di una componente di sinistra di un partito, quel Pd, ormai più vicino al Pci di Occhetto che al Pd di Renzi!
A destra la premier avveduta e scaltra ha voluto che fosse il sindaco Bucci a sacrificarsi per questa campagna elettorale inizialmente tutta in salita; non aveva nulla del camerata stantio o del revanchista destrorso; rappresenta semplicemente un buon modello di governo rassicurante e serio, operoso e poco ciarliero.
Il resto lo ha fatto Claudio Scajola che con la sua Imperia ha colmato i risultati negativi delle altre province. Nulla di nuovo e nessuna meraviglia per chi conosce il coordinatore nazionale di Forza Italia dei successi berlusconiani.
Due lezioni speculari: la Schlein ha scelto di crescere ed essere la leader indiscussa di una opposizione sociale ed anti governativa, ma senza nessuna prospettiva di governo.
La Meloni può decidere di suggerire uomini suoi, di assoluta fiducia e pedigree missino, per le prossime consultazioni, mettendo però a rischio i successi sin qui ottenuti.
Entrambe possono provare viceversa a valorizzare, in un quadro organico, le migliori esperienze riformiste, moderate, liberali ed aspirare l’una a ribaltare il tavolo nazionale, l’altra a stabilizzare un quadro di successi meritati!

Paolo Russo

Politico - medico – scrittore

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