Valorizzare la cultura nelle piccole realtà: il Festival nazionale del teatro di Casamarciano

L’iniziativa

Incentivare lo scambio culturale tra i membri di una comunità è, soprattutto in questo momento, essenziale: aprire al dialogo ed analizzare il nostro passato, intellettuale e culturale, è un’opera di valorizzazione che va al di là della singola iniziativa territoriale. Potrebbe quasi essere considerato, questo, un modo per disarticolare l’impostazione postmoderna della produzione -e soprattutto produttività- tecnica e tecnologica senza limiti e freni.

In un’epoca in cui automatizzati al lavoro e ai profitti si smette di guardarsi intorno e di interrogare sé stessi, iniziative del genere fanno virare quel tempo così monetizzato dei singoli sull’ascolto, sulla visione e sull’interiorizzazione dei frutti di un’arte, quella teatrale, che da sempre vive e cresce con la società.

Non è un caso se due secoli fa, alla domanda “Che cos’è il teatro?”, Delacroix rispondeva “ […] una delle testimonianze più certe del bisogno dell’uomo di provare in una sola volta più emozioni possibili.”

Le date

Il Festival Nazionale del Teatro ospitato per il quattordicesimo anno dalla città di Casamarciano, dal 2 all’8 settembre, nella cornice del borgo di Santa Maria del Plesco, tenterà di fare proprio questo: riconnettere la comunità tutta alla dimensione di un tempo sospeso, non smarrito, ma di analisi, che il teatro, interessato alla sostanza umana sin da Terenzio, riesce ad imporre in un gioco di riflessione, sensibilità, emozionalità.

Il programma

Sette serate dunque, in cui tutti potranno assistere a spettacoli teatrali e, novità della corrente edizione, musicali, completamente gratuiti, poiché, come sottolineato dal sindaco Clemente Primiano, “La cultura non si paga”. Artisti come Haber, Ward, la compagnia teatrale Hyria, Servillo, tra riadattamenti dell’Aulularia di Plauto e del romanzo di Leopold von-Sacher-Maso “Venere in Pelliccia”, accompagnati dalla musica del 
Solis String Quartet, Ste e Gragnaniello: il dialogo inter artes sarà valorizzato attraverso le forme di interazione tra arti più antiche e pure. Quando investire sulla cultura diventa una “scommessa”, è quello il momento in cui bisogna puntare tutto, per vincere il cinismo con i mezzi della passione e del talento di quanti, giorno per giorno, si impegnano per far sopravvivere una realtà fatta di interessato senso comunitario e non di consumistico individualismo.

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