Contro le alluvioni ed il dissesto o i Borboni o semplicemente la buona politica
I Borboni ne sapevano di idraulica, eccome ne sapevano! Una gestione straordinariamente moderna del ciclo delle acque li indusse a progettare e soprattutto realizzare un enorme reticolo di lagni e canali che, partendo dalle pendici dell’irpinia, raggiungevano la foce a nord di Napoli.
Migliaia di chilometri di alvei, talvolta paralleli che si incrociavano per drenare l’intera massa di acque prevalentemente piovane (allora non esisteva un’industria idrovora) e passare attraverso piane e scoscesi per giungere alle vasche di laminazione.
Veri polmoni per lo spagliamento delle acque nel caso del troppo pieno e per evitare così esondazioni e danni alle fiorenti produzioni agricole ed ai centri abitati.
Ricordo, ancora pochi decenni or sono, la vasca (sì, così la chiamavamo) di Marigliano, pronta a raccogliere la fiumana d’acqua che giungeva dalle pendici del monte Somma e a renderne meno impetuoso l’incedere evitando così le pericolose inondazioni.
Poi d’un colpo gli anni 80, il terremoto, la cementificazione ed il tombamento di questi alvei. Tutto ciò ha impedito loro di svolgere anche una funzione osmotica e di assorbimento delle acque e li ha fatti diventare ricettacolo di rifiuti e discariche di ogni veleno.
A qualcuno venne in mente che forse quegli alvei,se bonificati, se rinaturalizzati sarebbero potuti ritornare a nuova vita funzionale nel rispetto dell’ambiente e dei territori.
Fu Bassolino, la sua giunta, in particolare l’assessore all’agricoltura Gianfranco Nappi che pensarono proprio questo. Affidarono al prestigioso studio di architetti ambientali Kipar una progettazione di massima ed ipotizzarono anche una provvista finanziaria.
Cambiano le stagioni della politica e prima Caldoro e poi De Luca abbandonano questo progetto.
Tocca al ministro per il sud Mara Carfagna riprendere e finanziare questa iniziativa: 139 milioni (38 già finanziati) per invertire la tendenza al declino ambientale del nostro territorio e per mettere in campo concrete politiche per combattere il dissesto idrogeologico.
Quando gliene parlai fu subito entusiasta ed istituì il Contratto istituzionale di sviluppo ” Dalla terra dei fuochi al giardino d’Europa”.
Il più grande parco fluviale d’Europa, passeggiate e ciclovie lungo gli argini degli alvei rinaturalizzati, le città che si avvicinano senza cemento ma riammagliando la storia agricola dei territori, le comunità che si riconoscono in un processo di valorizzazione sociale, urbano ed ambientale.
Ora siamo alla fase della gara per la progettazione definitiva, vi parteciperanno i più grandi studi di architettura del paesaggio e dell’ambiente.
Quando si dice la buona politica…
Politico – medico – scrittore