Elezioni: proposte del consiglio dell’ordine degli architetti di Napoli e provincia ai candidati sindaci
Le prossime elezioni amministrative rivestono un’importanza fondamentale per il capoluogo e l’intera Città metropolitana. Per questo, l’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia, presieduto da Leonardo Di Mauro, intende fornire un contributo di idee per la tutela, la riqualificazione e il rilancio del territorio.
I temi su cui intervenire sono molteplici, si va dal grave disavanzo economico alla macchina amministrativa depauperata di dipendenti e mezzi, dal decentramento amministrativo alla necessità di allineare piani e progetti alle misure, agli investimenti e alle riforme del Pnrr, dal ruolo di Napoli come capitale euromediterranea all’esigenza di invertire l’attuale tendenza alla densificazione urbana della fascia costiera e desertificazione della gran parte della Campania, dall’urgenza di contrastare la criminalità organizzata sul territorio al brutale degrado ambientale e degrado sociale, da una sanità efficiente ad una rete di servizi tempestivi ed efficienti.
E’ il momento di invertire con urgenza la rotta del sottosviluppo economico e culturale attuale della città e della sua area metropolitana dove, nonostante l’ingente e straordinario patrimonio di stratificazione storica e la bellezza naturale e paesaggistica, si è accumulato un disordinato sviluppo edilizio.
Ci permettiamo di sottoporre all’attenzione dei candidati sindaci una serie di proposte a partire dall’attenzione al paesaggio e al buon governo, amministrando con rigore e parsimonia le risorse collettive senza sprechi e nella direzione del recupero prudente dell’esistente. Si tratta di temi resi ancora più attuali e drammatici alla luce della pandemia e di una crisi sanitaria non ancora superata.
Occorre intervenire secondo le seguenti linee programmatiche: risanamento ambientale, alleggerimento della densità edilizia e abitativa, traffico, ammodernamento delle reti infrastrutturali, riconversione del sistema produttivo obsoleto in attività a tecnologia avanzata e non inquinanti, recupero prudente della città stratificata e riqualificazione dei quartieri periferici, dotazione dei servizi collettivi e delle attrezzature pubbliche. I Comuni non possono lasciarsi sfuggire le opportunità del Pnrr.
Grande attenzione merita anche la valorizzazione delle risorse culturali e dei giacimenti archeologici ancora non fruiti pienamente. In linea con il Piano, si intende rimuovere le barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi e nei cinema, nei teatri, nelle sale di musica e per concerti. Per questo, bisogna andare alla riscoperta anche dei piccoli siti culturali presenti nei quartieri, al recupero di itinerari religiosi e rurali ancora esistenti, dei piccoli borghi e casali dell’armatura urbana del passato anche per la sopravvivenza di varietà enogastronomiche, al recupero di brani di architetture e paesaggi rurali, al restauro dei parchi e dei giardini storici. Attenzione importante anche per la gestione dei rifiuti per l’approvvigionamento energetico, alla base dei processi di economia circolare e alla trasformazione della mobilità locale implementando le piste ciclabili e il trasporto pubblico dal centro alle periferie. Non è inoltre più rinviabile la tutela e il potenziamento del verde urbano. Bisogna intervenire con decisione, risanando aree come il Capo Posillipo, il Parco Virgiliano, via Tito Lucrezio Caro, via Manzoni, via Orazio, viale Augusto, viale Gramsci, la Villa Comunale, il Parco della Marinella che fu progettato nel 1996 e che ancora non vede una sola pianta messa a dimora. Il Pnrr parla di foreste urbane che potrebbero essere realizzate nei 300 ettari circa di industrie dismesse a est e nei 296 ettari dell’ex Italsider ad ovest, con la messa a dimora di essenze compatibili con le ragioni della Storia e del Paesaggio napoletano. E’ necessario accelerare l’incremento delle dotazioni di assistenza alle famiglie e ai servizi per l’infanzia, dagli asili nido alle scuole dell’obbligo; nuovi spazi e nuovi luoghi per la crescita e l’apprendimento ma che per la città metropolitana devono significare occasione di rigenerazione urbana prudente, senza consumo di suolo, riqualificando aree degradate o recuperando il patrimonio storico.
I grandi complessi monumentali, in primis l’Albergo dei Poveri, sono spesso sottoutilizzati. Occorre farli finalmente rivivere dopo aver cambiato i paradigmi dell’architettura e dell’urbanistica contemporanee mettendo al centro bambini, anziani, donne, soggetti fragili e diversamente abili, operando per una città amica e accogliente migliorare le condizioni di vita dei cittadini, anche con l’accoglienza in strutture temporanee dei senza fissa dimora.
Si deve puntare al riequilibrio dell’intera armatura urbana, storica e sociale della Campania in un grande progetto di riqualificazione prudente del patrimonio costruito e la salvaguardia della risorsa del suolo. Punto centrale anche gli ambiti territoriali omogenei e perimetri amministrativi, articolando le attuali 10 Municipalità in relazione ai quattro principali sistemi che caratterizzano Napoli: 1) la Città Stratificata; 2) le Città Crateri Occidentali; 3) la Città Orientale della Piana Alluvionale del Sebeto, del Volla, del Fosso Reale e dei Torrenti provenienti dalle pendici del Vesuvio; 4) la Città Settentrionale, dal rilevato dei Camaldoli a quello di Capodichino, oppure, quantomeno, essere coordinate nelle scelte di pianificazione e trasformazione urbana da specifici uffici tecnici e manager territoriali. Analogamente per la Città Metropolitana i 92 Comuni dovrebbero tradursi in un’architettura amministrativa articolata in Comprensori – Aree omogenee che rispecchiano le vocazioni ambientali-paesaggistiche: 1) Penisola Sorrentina, 2) Vesuvio, 3) Piana Nolana, 4) Piana Acerrana, 5) Campi Flegrei, 6) Isole, riorganizzazione così le infrastrutture del trasporto, dei servizi e degli interventi di riqualificazione e recupero urbano.
Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, in conclusione e in rappresentanza della forza professionale espressa da quasi 10mila iscritti, esprime, quindi, “la propria disponibilità alla cooperazione istituzionale per la risoluzione dei problemi posti dall’attuale condizione metropolitana, per una piena attuazione del PNRR e per il raggiungimento effettivo del benessere collettivo.