Covid – Zona rossa in Campania: le proposte di Confesercenti Donne che fanno impresa
PRATICO’: Le misure di restrizione non devono essere intese come punizioni o situazioni di vantaggio, bensì devono essere interpretate come la presenza dello Stato in condizioni di difficoltà
Come responsabile delle donne che fanno impresa di Confesercenti Napoli provincia Avellino Benevento e come Presidente di Officina delle Idee e Maipiuviolenzainfinita, visto le continue sollecitazioni che vanno dal mondo delle imprese al mondo sociale, “secondo me parte di una stessa medaglia”, vorrei portare all’ attenzione di una categoria che dovrebbe governare ma che alla luce di quello che fino a oggi abbiamo visto non mi sembra stia facendo, riflessioni per me importanti, prima di analizzare i provvedimenti. Siamo davanti ad una epidemia che giustamente è definita PANDEMIA per il carattere globale che sta assumendo. Pandemia che ha accomunato l’intera umanità per combattere una guerra contro un nemico invisibile. I riflessi di questa guerra si propagano senza tener conto delle distinzioni e dei confini nazionali, l’economia globale sembra azzerare le distinzioni tra gli stati per mettere a centro delle scelte di politica economica prima di tutto le vite umane. Mentre gli Stati si siedono insieme per scegliere e approvare provvedimenti di aiuti per le diverse aree economiche cosa viene proposto in Italia? Benissimo la differenza in aree per quanto riguarda l’aspetto sanitario. Ma come è pensabile distinguere gli aiuti in funzione delle diverse aree di emergenza come se si stesse giocando una partita con tanto di classifica? Viviamo in una economia globale e pensiamo a provvedimenti diversi per aree rosse gialle e verdi? Le misure di restrizione non devono essere intese come punizioni o situazioni di vantaggio, bensì devono essere interpretate come la presenza dello Stato in condizioni di difficoltà. Non si vede nulla di questo a nessun livello politico. La politica a tutti i livelli amministrativi si nasconde dietro alla condivisione di bollettini (sembrano quelli meteorologici) senza formare e informare il popolo nei modi necessari per combattere questa strana guerra. I provvedimenti sono per quanto ci riguarda inefficaci e inefficienti nel metodo e nella loro concretezza, sembrano lasciare scontenti tutti i destinatari e gli esclusi. Fondo perduto, credito di imposta, sospensione etc. non sono che misure palliative rispetto a ciò di cui l’economia reale ha bisogno. CERTEZZA. Per cui prima di tutto agli italiani, alle imprese italiane bisogna dire non quando finirà l’emergenza ma quando si inizierà a stare vicino a loro non trattandoli come sudditi ma come cittadini e operatori economico sociali. Accomuniamo tutte le categorie economiche e professionali per cercare: 1. di uscire dall’emergenza mettendo a disposizione le diverse risorse del Paese per il Paese; 2. Di Sospendere il pagamento dei canoni di locazione per le imprese e professioni attribuendo ai proprietari uno sconto diretto di IMU e imposte derivanti dal canone di locazione senza farlo passare come credito di imposta etc; 3. Di Prevedere fondi per la svalutazione in c/capitale dei beni ammortizzabili ad alta obsolescenza 4. Di Agevolare le imprese, attraverso gli enti accreditati dalle diverse regioni e camere di commercio, per le diverse certificazioni di qualità e per la diversificazione dell’attività aziendale attraverso la pubblicità e ADVERTISING 5. Di sospendere per un anno tutte le operazioni finanziare connesse agli investimenti aziendali e cioè leasing etc. 6. Di prevedere una CIG diretta in base all’ultima busta paga senza prevedere particolari adempimenti che hanno provocato ritardi nei pagamenti; in alcuni casi non sono stati ancora versati perché manca la sottoscrizione di accordi di categoria ed in questo periodo risulta difficile sottoscriverli causa restrizioni.Tanto può essere pensato e realizzato ma è necessario un cambio di metodo, un cambio di visione che deve essere globale non intesa come fatto geografico ma come concezione sistemica, non si può pensare di vincere questa guerra dividendo l’Italia, non si può pensare di sostenerne i costi dividendo le categorie. L’Italia e la Campania in particolare è una e non trina.
Cosi Rosa PRATICO’, responsabile delle donne che fanno impresa di Confesercenti Napoli Avellino Benevento Presidente di Officina delle Idee e Maipiuviolenzainfinita.
( Fonte Comunicato stampa )